Max Biaggi non è solo il vincitore di
6 Mondiali (4 titoli iridati consecutivi in 250 e due in
Superbike). Il pilota romano è una leggenda del motorsport e
un'icona italiana nel mondo. In una intervista a Sky racconta la
sua vita: dagli inizi della carriera ("Fino a 18 anni non sapevo
nulla delle moto, non sapevo chi fosse Agostini, poi è stato un
colpo di fulmine") fino ai successi in pista e alla rivalità con
Valentino Rossi: "Siamo stati due cretini a farci la guerra
tramite stampa anziché chiarirci a quattrocchi".
Come è iniziato tutto? "Siamo andati a Vallelunga - ricorda
Biaggi - e ho iniziato subito a girare bene, mi sentivo nato per
quello. Così ho deciso di correre: allora e anche nei primi anni
Vallelunga mi sembrava il massimo, un tracciato fantastico,
assoluto come fosse Sepang o Imola... All'inizio mio papà Pietro
mi ha appoggiato e aiutato facendo anche da meccanico, eravamo
soltanto noi due, ma non avevamo idea... Partivamo con una
conoscenza meccanica pari a zero. Avevamo una Honda Nsr 125 per
la Sport Production alla quale abbiamo tolto fari, frecce,
specchietti, cavalletto, ma nulla più. Eppure andavo forte, così
mi ha notato l'Aprilia e anche un meccanico ha detto a mio papà
che potevo fare bene e ho vinto 6 gare su 7". Adesso sei un
'ambasciatore' del marchio Aprilia, quello che hai amato di più
nella tua vita professionale e sportiva
"Vado molto d'accordo con Massimo Rivola e con tutti in Aprilia.
Qualcuno c'era già quando correvo io. Quest'anno ci sarà un team
satellite e credo che avere un secondo team, con due piloti
altrettanto forti, possa rappresentare un valore aggiunto, che
permetterà di evolvere più velocemente". Insomma non ti sei mai
fermato...
"Nel mio vivere - conclude Biaggi - ho sempre avuto voglia di
ambire a qualcosa di assoluto, è il segreto della vita per me.
Lo diceva anche Ayrton Senna che se smetti di sognare non hai
più stimoli".
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