(di Claudia Fascia)
"Vado a raccontare qualcosa di mio e
a dare al mio album l'attenzione che merita". Diodato torna al
Festival di Sanremo per la terza volta (la seconda tra i big,
dopo l'esperienza del 2018 in coppia con Roy Paci) con l'intenso
brano Fai rumore, un atto di ribellione che fotografa l'amore
nel senso più ampio possibile e allo stesso tempo un invito ad
abbattere i muri dell'incomunicabilità, che sarà contenuto nel
nuovo album di inediti Che vita meravigliosa, in uscita il 14
febbraio per Carosello Records. Undici brani che raccontano un
nuovo Antonio (questo il suo nome all'anagrafe), più maturo, più
consapevole.
"Non credo di essere mai stato così tanto me stesso, d'essere
mai stato in grado di mettere così a fuoco il mio vissuto e
tutte le sensazioni che mi hanno portato a dare questo titolo
prima a una canzone e poi a questo album - racconta il 38enne
cantautore pugliese, particolarmente orgoglioso anche di aver
collaborato alla colonna sonora de La dea Fortuna di Ferzan
Ozpetek proprio con il brano che dà il titolo al nuovo progetto
-. Ero pronto a condividere, a raccontare questa condizione di
perenne viaggiatore, navigante felicemente disperso, di
osservatore talvolta malinconico, talvolta disincantato, di
eterno bambino innamorato di questa giostra folle. Che vita
meravigliosa è il mio manifesto".
L'album, il terzo della sua carriera a più di due anni da
Cosa siamo diventati, arriva dopo un periodo di cambiamenti,
dopo un trasferimento da Roma a Milano, dopo la fine di una
storia importante (con la collega Levante, che ritroverà sul
palco dell'Ariston, "che si merita tutto"). "Con questo lavoro
mi sono rimesso in discussione. Ho cercato di lavorare sulla mia
emotività. Mi ero reso conto di essere fermo. Roma, dove ho
abitato per molti anni, con la sua bellezza immobile e
millenaria, in qualche modo mi stava spegnendo. I cambiamenti mi
sono serviti. E anche il festival arriva nel momento giusto".
Tutto ruota intorno a considerazioni della vita per finire a
parlare del personale. "Non è esattamente un concept album e
spazio tra i generi, mi piacciono i dischi senza paletti, come
il White album dei Beatles, ad esempio", spiega.
Lo spirito dell'album è raccontato anche da una copertina dal
sapore fantastico, di Paolo De Francesco: un disegno di figure
retoriche quasi surrealista, dove c'è il conflitto tra
l'ambizione di un tutto visibile e la ricerca di una verità
nascosta. Al centro una piscina che sta per essere sconvolta da
un missile, metafora degli accadimenti, del male e del bene che
sconvolgono le nostre vite. Sullo sfondo, una fabbrica che
richiama l'Ilva, lo stabilimento siderurgico che ha avvelenato
Taranto, città di Diodato per la quale, da sempre, l'artista si
batte.
A Sanremo, nella serata dei duetti del giovedì, per celebrare
i 70 anni del Festival, Diodato ha scelto di proporre una
rivisitazione di 24 mila baci di Adriano Celentano, che porterà
sul palco con Nina Zilli. "Voglio fare un tributo speciale a
Celentano, sono molto amante della sua musica, del suo stile; è
uno dei promotori del rock 'n roll in Italia, e sono grato a un
artista come lui, uno dei più grandi, arrivato al resto del
mondo. Ho curato io l'arrangiamento rivisitando il pezzo, ma
restando fedele allo spirito del brano. Vorrei che uscisse
l'attitudine in cui mi diverto, e tirar fuori l'amore che ho per
la grande musica italiana".
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