Lavori non pagati, così
come la spesa nei negozi e le colazioni al bar. E i contadini se
volevano indietro i propri attrezzi agricoli dovevano pagare.
Chi si opponeva avrebbe ricevuto minacce e in qualche caso
sarebbe stato anche picchiato. E' in questo quadro per il quale
sei giovani italiani, con un'età compresa tra 20 e 35 anni, sono
stati indagati per rapina ed estorsione - tentata e consumata -
oltre che per lesioni e violenze private nei confronti di almeno
una ventina di cittadini che hanno riferito alle forze di
polizia quanto sarebbe accaduto a Foligno, zona Sant'Eraclio,
tra il 2019 e il marzo scorso.
Sono stati gli agenti del commissariato e i carabinieri di
Foligno a illustrare nel dettaglio l'indagine - coordinata dalla
procura di Spoleto - che ha portato in carcere due giovani,
mentre altri tre è stato disposto l'obbligo di presentarsi alla
polizia giudiziaria (per uno anche con il divieto di avvicinarsi
alle presunte vittime). Per il senso indagato non sono state
invece disposte misure.
Le vittime accertate sono 23, hanno spiegato gli investigatori
che però ritengono almeno una sessantina gli episodi consumati
nel tempo.
Gli investigatori hanno sottolineato che all'inizio "non è
stato semplice squarciare il muro di omertà che si era venuto a
creare attorno a questi episodi". "La gente aveva paura di
ritorsioni", ha sottolineato il vicequestore Bruno Antonini.
"Una volta abbattuto questo muro - ha aggiunto - abbiamo
raccolto decine e decine di testimonianze che hanno permesso
all'indagine di arrivare a questo epilogo".
Tre dei sei indagati vivono nel campo nomadi di Sant'Eraclio,
mentre altri tre gravitano sempre a ridosso della frazione
folignate.
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