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Quasi 300 umbri l'anno rischiano la rottura dello scafoide carpale

Quasi 300 umbri l'anno rischiano la rottura dello scafoide carpale

Il tema è stato al centro di convegno a Terni

PERUGIA, 21 aprile 2024, 18:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Quasi 300 umbri l'anno rischiano la frattura dello scafoide carpale. È questo uno dei dati emersi nel corso del convegno "Lo scafoide carpale. Concetti attuali nella diagnosi e nel trattamento delle lesioni acute e degli esiti", che si è tenuto nella sala Arpa a Terni.
    "Intorno allo scafoide carpale - ha spiegato il dottor Luca Braghiroli, direttore facente funzioni della struttura complessa di chirurgia della mano e microchirurgia collegata dell'azienda ospedaliera Santa Maria Terni e responsabile scientifico del convegno - ruota tutta la funzionalità del polso e la sua inefficacia comporta una grave inabilità professionale e quindi anche dei costi sociali importanti. C'è un'alta incidenza di queste lesioni a livello della popolazione: parliamo di circa 35 casi ogni 100mila abitanti. Il che si traduce in circa 280-300 casi l'anno di questo tipo di lesioni da gestire nella nostra regione".
    "Questi numeri - ha sottolineato - hanno un impatto sociale e dei costi importanti. Il trattamento puntuale, di alta qualità e moderno di questo tipo di lesioni, è quello che permette, a livello proprio di costi sociali, il ritorno alle attività professionali e quotidiane dei pazienti che subiscono questo tipo di danno. Il nostro compito è quello di riportarli il prima possibile e nel miglior modo in piena efficienza. Ecco perché abbiamo deciso di affrontare questo tema che coinvolge soprattutto giovani e in età lavorativa. C'è stata una grande risposta da parte della platea, proveniente anche da fuori regione, a testimonianza di quanto fosse sentito questo tema e per questo ringrazio tutti coloro che hanno partecipato".
    La diagnosi ed il trattamento delle fratture dello scafoide carpale rappresentano, dopo quelle dell'estremo distale del radio, le lesioni traumatiche più frequenti dell'intero arto superiore, unitamente alla gestione degli esiti legati ai fallimenti o mancati trattamenti delle stesse. Ancora oggi rappresentano una grande sfida per il chirurgo della mano sia per quanto concerne la diagnosi che per il tempestivo ed accurato trattamento di tali delicate fratture.
    L'obiettivo del convegno è stato quello di affrontare e discutere con una visione moderna, ed alla luce degli attuali orientamenti scientifici, ciascuno dei singoli momenti di approccio a queste lesioni: dalla corretta diagnosi all'idoneo trattamento sia conservativo che chirurgico, tanto nelle fasi acute che negli esiti delle stesse.
    L'evento è stato aperto dai saluti istituzionali di Paolo Bonanno, consigliere del direttivo Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Terni, Raffaello Federighi, vice presidente del consiglio comunale di Terni, Eleonora Pace, presidente della commissione Sanità della Regione Umbria.
   

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