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Influenza, il vaccino jolly più vicino grazie a un anticorpo

Influenza, il vaccino jolly più vicino grazie a un anticorpo

Isolato in Nicaragua

03 giugno 2019, 17:07

Redazione ANSA

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Rappresentazione grafica della superficie del virus dell 'influenza (fonte: Pixnio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione grafica della superficie del virus dell 'influenza (fonte: Pixnio) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione grafica della superficie del virus dell 'influenza (fonte: Pixnio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ancora più vicino il vaccino jolly capace di combattere il virus trasformista dell'influenza: dopo la scoperta della struttura di una delle proteine di superficie del virus, è stato individuato un anticorpo che protegge dall'infezione segna un altro passo in avanti verso quello che gli esperti considerano il Sacro Graal dell'immunologia. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, si deve al gruppo dell'università del Michigan guidato dall'epidemiologo Aubree Gordon.

Gli attuali vaccini contro l'influenza sono diversi di stagione in stagione perché si agganciano alla testa di una delle due proteine che si trovano sulla superficie del virus, l'emoagglutinina, che si trasforma con una grande facilità. Molti esperti ritengono invece che colpire la base dell'emoagglutinina, anziché la testa, permetterebbe di ottenere un vaccino più efficace in quanto questa struttura è più stabile.

Questo diventerebbe possibile adesso, grazie alla scoperta di un anticorpo che si aggancia alla base della proteina. E' stato identificato in Nicaragua, in un gruppo di persone seguito da anni nell'ambito di una ricerca sull'influenza. "Una volta che qualcuno in casa si ammala di influenza seguiamo la famiglia per due settimane", ha spiegato Gordon. "In questo modo, possiamo ottenere un campione di sangue e misurare i livelli di anticorpi e poi vedere se queste persone vengono infettate e se si ammalano".

Così è stato possibile verificare che gli individui con l'anticorpo che si legano alla base dell'emoagglutinina si ammala il 42% meno degli altri di influenza da virus H1N1 perché ha una protezione naturale. "Siamo i primi a dimostrare che gli anticorpi della base funzionano come protezione", ha detto Gordon. "Questa è una grande notizia - ha aggiunto - perché supporta l'idea che questi anticorpi potrebbero consentire di progettare un vaccino antinfluenzale universale".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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