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Dalle Dolomiti il più antico fossile di lucertola al mondo - VIDEO

Dalle Dolomiti il più antico fossile di lucertola al mondo - VIDEO

Retrodata l'origine dei rettili di 75 milioni di anni

31 maggio 2018, 00:02

Davide Patitucci

ANSACheck

Particolare della ricostruzione della lucertola Megachirella wachtleri, realizzata dal paleoartista Davide Bonadonna (fonte: Davide Bonadonna) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Particolare della ricostruzione della lucertola Megachirella wachtleri, realizzata dal paleoartista Davide Bonadonna (fonte: Davide Bonadonna) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Particolare della ricostruzione della lucertola Megachirella wachtleri, realizzata dal paleoartista Davide Bonadonna (fonte: Davide Bonadonna) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un fossile trovato nelle Dolomiti del Trentino-Alto Adige è la più antica lucertola al mondo finora nota e riscrive la storia di serpenti e degli altri piccoli rettili. La loro origine deve essere spostata indietro di circa 75 milioni di anni, fino a oltre 255 milioni di anni fa, prima cioè della più profonda estinzione di massa della storia.

Alla ricerca italiana, cui partecipano il Muse - Museo delle Scienze di Trento, il Centro di fisica teorica Abdus Salam di Trieste, il Centro Enrico Fermi di Roma e l'acceleratore di particelle Elettra di Trieste, la rivista Nature dedica la copertina: una ricostruzione dell'animale realizzata dal paleoartista milanese Davide Bonadonna. Il fossile è di una piccola lucertola, Megachirella wachtleri. È stato scoperto 20 anni fa in Val Pusteria, nella provincia di Bolzano, ma solo ora i paleontologi, coordinati da Tiago Simões dell'Università canadese di Alberta, hanno potuto svelarne i segreti con un'analisi simile alla Tac che ha permesso, dopo milioni di anni, di separarlo virtualmente dalla roccia.



I paleontologi, adoperando gli stessi strumenti usati dai fisici per analizzare la struttura più intima della materia, sono stati i primi a osservare la faccia ancora nascosta di Megachirella, quella inglobata nella roccia. "È come se fosse uscito dall'anonimato e fosse stato scoperto una seconda volta", ha spiegato all'ANSA il paleontologo del Muse Massimo Bernardi, tra gli autori della ricerca. "Le analisi hanno permesso di svelarne caratteristiche morfologiche finora sconosciute", ha aggiunto.

Per Bernardi, "questo piccolo rettile può essere considerato una sorta di Stele di Rosetta dell'evoluzione degli squamati, il gruppo cui appartengono serpenti e lucertole". Oggi la Terra è abitata da circa 10.000 specie di lucertole e serpenti, quasi il doppio di quelle dei mammiferi. Gli studiosi considerano Megachirella tra i più importanti fossili mai rinvenuti nel nostro Paese. Per Bernardi, "da oggi sarà un punto di riferimento per tutti coloro che studieranno e racconteranno l'evoluzione dei piccoli rettili, una chiave - ha concluso - per la comprensione di una vicenda evolutiva che ha condizionato per sempre la storia della vita sul nostro pianeta".

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