ROMA - Lo si poteva riconoscere per quella piccola Leica sempre in tasca, a portata di mano per non farsi trovare impreparato di fronte alla straordinarietà del mondo conosciuto proprio grazie alla fotografia. Sguardo libero da condizionamenti, mai stanco di osservare l'uomo e la strada per capire la società attraverso le "piccole storie", Caio Mario Garrubba è stato per 50 anni un autore di profonda sensibilità: un talento naturale il suo, a cui la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma rende omaggio con la mostra "Lontano. Caio Mario Garrubba. Fotografie", allestita dal 16 aprile al 2 giugno e a cura di Gabriele D'Autilia ed Enrico Menduni. Resa possibile dall'Istituto Luce che ha acquisito l'archivio del fotografo scomparso nel 2015 (un patrimonio di 60 mila negativi, 40 mila diapositive, oltre a stampe vintage, appunti e provini), l'esposizione delinea la sua carriera attraverso 100 scatti, realizzati in giro per il mondo in anni in cui, quelli dai '50 ai '70, non era certo facile viaggiare.
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