(di Elisabetta Stefanelli)
L'illusione ottica e la scienza, la
precisione della tecnica e del design, lo smarrimento filosofico
e la lucidità della rappresentazione, la riproduzione del
paesaggio e l'impressione che nulla sia mai come lo vediamo.
Oltre 200 opere e i suoi lavori più rappresentativi come Mano
con sfera riflettente (1935), Vincolo d'unione (1956),
Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la serie degli
Emblemata, in una mostra ''Escher'', dedicata al grande artista
grafico, che il Palazzo Ducale di Genova ospiterà dal 9
settembre al 20 febbraio 2022. Otto sezioni che prendono in
esame non soltanto la sua intera e ampia produzione artistica
come mai fatto prima, ma anche la sua tecnica, il suo pensiero
filosofico, la capacità di indagine e di rappresentazione della
realtà che ne fanno uno degli artisti più vicini al mondo della
scienza. Cosa che rende unico Maurits Cornelis Escher ed ha
influito fortemente sulla sua popolarità che non teme eclissi.
Nel percorso quindi di Genova anche inedite sale immersive e
strutture impossibili che saranno messe a confronto con opere di
grandi artisti visionari del calibro di Giovanni Battista
Piranesi (1720 - 1778) e di Victor Vasarely (1906 - 1997).
Con circa 200 opere complessive, la mostra è divisa in 8
sezioni:
Gli esordi; L'Italia; Tassellazione; Metamorfosi; Struttura
dello spazio; Paradossi geometrici; Lavori su commissione;
Eschermania.
Un particolare focus è dedicato al rapporto di Escher con
l'Italia. La sua formazione non sarebbe stata completa se non ci
fosse stato il soggiorno che completò la personalità
dell'artista e gli offrì le prime opportunità di lavoro, come la
prima personale a Siena nel 1923 e la realizzazione degli
Emblemata (tutti esposti in mostra) che costituivano un libretto
di motti illustrati, concepito insieme al grande storico
dell'arte olandese Godefridus Johannes Hoogewerff, suo amico ed
estimatore. L'artista trae particolare ispirazione dal paesaggio
e dalla contemplazione della natura intrisa di storia del paese
che attraversò in lungo e in largo: dall' Abruzzo alla Campania,
dalla Calabria Senza dimenticare le città, e Roma in
particolare, dove si era stabilito. La prima sezione, dedicata
agli esordi e al periodo olandese, allo sforzo del giovane
artista che combatte la contrarietà del padre che lo vuole
ingegnere, è impreziosita dalla serie completa delle sei
xilografie de I Giorni della creazione, realizzate tra il
dicembre 1925 e il marzo 1926, che rappresentano i sei giorni
della Creazione, come sono descritti nella Bibbia, che molto
raramente si può ammirare nella sua completezza. La mostra,
nelle sue sezioni, approfondisce tutti gli aspetti sia tecnici,
come la tassellazione, che filosofici, come la parte sulle
metamorfosi dell'opera di Eschel. Coì come l'indagine sulle sue
capacità di scompaginare la realtà nel suo profondo attraverso
l'analisi della ''Struttura dello spazio'' e l'applicazione
visiva dei ''Paradossi geometrici'', a cui sono dedicate le
altre due sezioni. Qui Cascata, Belvedere, Salendo e Scendendo
ispirate alla tribarra, il triangolo impossibile teorizzato del
matematico e fisico Sir Roger Penrose, sono esposti con alcune
stampe della serie delle Carceri di Giovanni Battista Piranesi
(1720-1778). Infine, dopo la parte dedicata ai lavori su
commissione, l'esposizione conclude con un giusto omaggio
all'Eschermania perchè è innegabile che si parli di un artista
diventato di culto.Ed infatti particolarità del percorso di
mostra è la presenza, all'interno delle sezioni, di giochi ed
esperienze che permettono di entrare nel meraviglioso mondo di
Escher da protagonisti, ossia misurandosi attivamente con i
paradossi prospettici, geometrici e compositivi che il grande
artista pone in essere nelle sue opere.
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