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Bimba di quattro anni morta di malaria a Brescia

Bimba di quattro anni morta di malaria a Brescia

Infettivologo, "Possibile malattia portata da viaggiatore"

BRESCIA, 05 settembre 2017, 13:38

Redazione ANSA

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Bimba di quattro anni morta di malaria a Brescia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Bimba di quattro anni morta di malaria a Brescia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Bimba di quattro anni morta di malaria a Brescia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una bambina di quattro anni, ricoverata agli Ospedali Civili di Brescia, è morta per malaria. Lo riportano oggi alcuni quotidiani locali. Figlia di una coppia italiana residente a Trento, la bambina era arrivata in condizioni disperate. La causa dell'infezione potrebbe essere ricercata nella puntura di una zanzara. La piccola, secondo quanto appreso, non sarebbe mai stata in un Paese malarico. E la zanzara che trasmette la malattia non risulta presente, come specie, in Italia.

La bambina era stata colpita da malaria cerebrale, la forma più grave della malattia. Questo tipo aggressivo di morbo viene trasmesso dal Plamodium Falciparum, la specie più aggressiva di un protozoo parassita trasmesso dalla zanzara Anopheles. La morte, nei casi più gravi, può arrivare entro 24 ore. La bambina era stata ricoverata sabato scorso giunta da Trento, dove era già stata diagnosticata la malaria, e trasferita a Brescia dove oltre alla Rianimazione pediatrica è presente un Istituto per le malattie tropicali. E' deceduta tra domenica e lunedì.

In ospedale Trento con 2 bimbi con malaria

La piccola era stata prima in ospedale a Portogruaro, poi a Trento, per un esordio di diabete infantile. A spiegarlo è il direttore generale dell'Apss (Azienda provinciale dei servizi sanitari del Trentino), Paolo Bordon, che ricostruisce le tappe della vicenda clinica della piccola e spiega che in uno dei giorni del ricovero a Trento della bimba erano presenti, "in un'altra stanza, due bambini con la malaria, che sono guariti".

"In ospedale abbiamo messo delle apposite trappole ieri pomeriggio, che verranno rimosse oggi pomeriggio, mentre tutti i bambini ricoverati sono stati trasferiti ed è in corso la disinfestazione di tutto il reparto" aggiunge Bordon. "Resta il fatto - sottolinea il direttore generale - che la piccola poi morta e i due malati di malaria erano in stanze diverse, le cure sono state effettuate tutte con materiale monouso e non ci sono state trasfusioni. La malaria non è trasmissibile da uomo a uomo e nessun altro paziente ha avuto dei sintomi riconducibili alla malaria". "La bimba - spiega - aveva il diabete, che nulla aveva a che fare con la malaria. Il periodo di latenza potrebbe fare pensare che l'avesse contratta prima, poi, certo, la presenza di due bambini malati qui fa insospettire. Il punto è che dovrebbe esserci stata qualche zanzara anofele, magari in dei bagagli. I nostri veterinari, interpellati, dicono che un'altra zanzara, nostrana, non può farsi vettore, anche se ha punto malati".

Aveva trascorso vacanze sulla Riviera Veneta

La bambina trentina morta a Brescia per malaria non sarebbe mai stata, secondo quanto si è appreso, in Paesi malarici, dove prevalentemente è diffusa la zanzara Anopheles. Avrebbe invece trascorso l'estate sulla Riviera Veneta. La malattia è diffusa prevalentemente nell'Africa Sub-sahariana, in Asia, in America centrale e del Sud. Sul caso la magistratura ha aperto un fascicolo e al momento non si esclude che la piccola possa essere stata infettata da una zanzara giunta dall'estero in qualche bagaglio

 

Infettivologo, "Possibile malattia portata da viaggiatore"

Se venisse confermato che il caso di malaria della bambina morta a Brescia è autoctono e trasmesso dalla zanzara sarebbe il primo da oltre trent'anni. Lo conferma Giampiero Carosi, infettivologo dell'università di Brescia, secondo cui l'ipotesi più probabile è che una zanzara abbia punto qualcuno infetto, magari dopo un viaggio, e poi abbia trasmesso il plasmodio alla bimba. "Il caso è eccezionale - commenta Carosi -, l'ultima trasmissione autoctona tramite zanzara risale a 30 anni fa nel grossetano, da allora ci sono stati solo alcuni casi tramite scambio di siringhe o trasfusione. Quello che potrebbe essere successo è che qualcuno, di ritorno da un viaggio nelle zone colpite, abbia 'portato' il plasmodio e sia stato punto da una anofele 'nostrana' che a sua volta ha punto la bambina. Qui c'è una seconda eccezionalità, perché le zanzare che circolano da noi non sono molto adatte a trasmettere il microrganismo, anche se in teoria potrebbero". Il caso a Grosseto risale al 1997, e a sua volta era il primo dopo 30 anni. La bambina è stata colpita dal plasmodio di tipo falciparum, che secondo l'esperto circola sia in Africa che in Asia. "Il 90% dei casi africani è di questo tipo, così come il 30-50% di quelli asiatici. Bisogna vedere se intorno alla bambina c'è qualcuno che ha viaggiato in un qualche paese malarico, sono indagini molto complesse, ogni anno milioni di persone viaggiano in quei paesi e ritornano in Italia".

Esperto,'caso eccezionale'


"Siamo davanti ad un caso eccezionale" lo ha detto il professor Alberto Matteelli , esperto in malattie tropicali. Parlando del caso della bambina italiana di quattro anni, Sofia Zago, morta per malaria agli Spedali Civili di Brescia. "La malaria si contrae da una zanzara vettore di una specie particolare che esiste in Italia, ma non è mai stato dimostrato che la zanzara italiana possa trasmettere una forma di malaria come quella contratta dalla bambina" ha spiegato il medico Bresciano. "Ogni luogo frequentato dalla bambina sarà campionato per valutare il tipo di zanzare presenti" ha aggiunto il professor Matteelli.

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