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Giorno della Memoria, nei luoghi simbolo dell'orrore

Giorno della Memoria, nei luoghi simbolo dell'orrore

Dall'Italia alla Germania per non dimenticare la storia più buia

MILANO, 27 gennaio 2024, 14:01

Redazione ANSA

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(di Ida Bini) Il 27 gennaio 1945 il mondo scoprì Auschwitz e la pagina più buia della nostra storia: quel giorno le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nell'offensiva Vistola-Oder, entrarono nel campo di concentramento nazista e liberarono 9mila prigionieri, pochi superstiti rispetto ai 4 milioni che dal 1940 vi erano stati detenuti, a pochi km dal confine con la ex Cecoslovacchia. Nel 2005 l'Onu scelse proprio quella data, il 27 gennaio, per celebrare la Giornata della Memoria e ricordare i milioni di vittime dell'Olocausto con cerimonie, incontri, film, spettacoli teatrali, letture e mostre per documentare l'eccidio e testimoniare quanto la memoria sia importante per lottare contro ogni forma di discriminazione e razzismo. Cimiteri, monumenti celebrativi, lager, stazioni ferroviarie si sono trasformate in musei, in luoghi della memoria da conoscere per non dimenticare e non ripetere l'orrore del passato. Il viaggio della memoria parte da Milano, dove sotto la stazione Centrale sorge la Fondazione Memoriale della Shoah-Binario 21 (memorialeshoah.it), il luogo da dove partivano i convogli carichi di ebrei e di altri perseguitati verso i campi di sterminio nazisti. Il Memoriale testimonia la vita di migliaia di prigionieri che vi transitarono tra il 1943 e il 1945, tra cui anche la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz. Le visite si fanno tutti i giorni dalle 10 alle 16 e sabato e domenica fino alle 18. Il 27 gennaio le visite sono gratuite ma da prenotare. A testimoniare gli orrori nei campi di concentramento c'è anche il Museo Monumento al deportato politico e razziale (fondazionefossoli.org) di Fossoli, vicino a Carpi, in provincia di Modena. Qui vi transitarono anche famosi uomini di cultura tra cui lo scrittore Primo Levi. All'interno eventi, proiezioni, incontri, mostre e visite guidate; fuori il campo di concentramento per imprigionare prima i militari nemici, poi dal 1943 gli ebrei. Un altro campo di concentramento che si può visitare in Italia è quello di Servigliano, nelle Marche: è un campo di prigionia dove nel periodo fascista venivano incarcerati oppositori, rifugiati, prigionieri di guerra ed ebrei; oggi è diventato il Parco della Pace. Accanto sorge la Casa della Memoria (lacasadellamemoria.com), nata nel 2001 per recuperare la memoria e la storia dei fatti avvenuti tra il 1915 e il 1955. Le visite guidate vanno prenotate almeno il giorno prima. A Trieste il monumento nazionale Risiera di san Sabba (risierasansabba.it), vecchia struttura per la pilatura del riso trasformata in campo di detenzione, è un museo che testimonia la tragica storia di soldati italiani, partigiani, detenuti politici ed ebrei imprigionati e poi deportati all'estero.
    L'ingresso è libero tutti i giorni dalle 9 alle 17 (dal primo aprile al 30 settembre fino alle 19). A Roma è d'obbligo una visita al Ghetto, tra i più antichi del mondo, luogo della memoria per eccellenza: qui il 16 ottobre 1943 furono catturati oltre mille ebrei, rinchiusi nel Collegio Militare in via della Lungara e trasferiti alla stazione Tiburtina per essere deportati ad Auschwitz. Nella Capitale per ricordare i luoghi dove ebrei, dissidenti, omosessuali, rom e sinti furono arrestati e deportati, l'artista tedesco Gunter Demnig nel 1993 ha creato le pietre d'inciampo, piccoli blocchi in pietra incastonati lungo i marciapiedi o nel selciato che ricordano le vittime delle deportazioni. Sulle pietre sono riportati il nome della vittima, il luogo dove visse o dove, in molti casi, ebbe inizio la deportazione. Le pietre d'inciampo sono oltre 300 - 22mila in tutto il mondo - disseminate in molte zone della città. Infine a Tarsia, in provincia di Cosenza, si trova il più grande campo di concentramento fascista d'Italia; qui a seguito delle leggi razziali vi furono rinchiusi ebrei italiani e stranieri, antifascisti e profughi politici. Chiuso nel 1945, dal 2004 è diventato il Museo della memoria Ferramonti (parchiletterari.com) con una ricca collezione di documenti, foto, schede della polizia, lettere dei familiari e oggetti personali, arricchiti da video e testimonianze.
    All'estero il viaggio nei luoghi simbolo non può che cominciare da Auschwitz dove sono ancora visibili il filo spinato, il cancello con la scritta 'Arbeit macht frei', lo spettrale binario ferroviario e, all'interno, una libreria ben documentata, il blocco 11 con diverse celle e una camera a gas.
    Ad appena 4 km c'è il lager Birkenau, nato solo per sterminare ebrei, russi, polacchi, prigionieri di guerra, omosessuali, oppositori politici e zingari provenienti da tutta l'Europa. In questo campo si visitano l'infermeria, le baracche, la rampa dove arrivava il treno, le camere a gas, le fosse comuni e la torre di guardia. A 60 km sorge un altro suggestivo luogo della memoria: il quartiere ebraico Kazimierz di Cracovia dove si trova la fabbrica di smalti di Oskar Schindler, oggi trasformata in un museo che onora la memoria dell'imprenditore che salvò più di un migliaio di ebrei dal campo di concentramento, impiegando alcuni prigionieri come operai. In Germania il luogo della memoria più significativo è il memoriale della Shoah, un campo di steli disegnato dall'architetto Peter Eisenmann nel cuore del quartiere Mitte di Berlino, precisamente nell'area occupata dal palazzo del gerarca nazista Joseph Goebbels. Il monumento è composto da quasi 3 mila blocchi di pietra che commemorano i 6 milioni di ebrei uccisi dai nazisti. Sempre nella capitale tedesca si trova il Museo ebraico che racconta la storia della comunità ebraica tedesca, dal Medioevo fino alla Shoah; progettato da Daniel Libeskind, dall'alto ha la forma simbolica di una stella di Davide spezzata. Nella stazione ferroviaria di Grunewald si trova il Gleis 17 Memorial, un monumento situato al binario 17, da dove gli ebrei partivano verso i campi di concentramento tra il 1941 e il 1945. Qui 186 placche di acciaio ricordano il nome, la data e il luogo di prigionia dei deportati. Il viaggio nella memoria prosegue fino alla casa-museo di Anna Frank ad Amsterdam, simbolo della Shoah per il suo diario reso pubblico dopo la fine della guerra. Infine merita di essere conosciuto anche il Memoriale della Shoah di Parigi che dal 1943 raccoglie documenti e testimonianze politiche utili per le inchieste storiche, tra cui il processo di Norimberga.
   

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