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Del cosmo e della terra, l'arte di Binta Diaw

Del cosmo e della terra, l'arte di Binta Diaw

Progetto con comunità senegalese a Santa Croce sull'Arno

SANTA CROCE (PISA), 18 gennaio 2024, 16:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Binta Diaw, artista visuale italo-senegalese che vive e lavora tra Milano, dove è nata nel 1995 e Dakar, in mostra a Santa Croce sull'Arno (Pisa), con l'obiettivo di realizzare processi di dialogo e convivenza tra culture diverse coinvolgendo, in un processo partecipativo, la numerosa comunità senegalese che risiede nel comune toscano.
    La popolazione di Santa Croce, cittadina conosciuta per la lavorazione della pelle, circa 14.600 persone, si ricorda, è costituita per il 23% da migranti provenienti da oltre 50 paesi richiamati negli anni da un tessuto economico estremamente dinamico. Quella senegalese è una comunità assai numerosa e, come per tutte le etnie, la sua composizione vede moltissime seconde generazioni di bambine e bambini, giovani nati a Santa Croce sull'Arno.
    'Del cosmo e della terra' il titolo dell'esposizione di Binta Diaw, ospitata dal 20 gennaio al 3 marzo a Villa Pacchiani: in mostra una serie di opere significative dell'artista italo-senegalese, tra le voci più potenti tra le giovani generazioni di artisti afrodiscendenti; insieme a installazioni, alcune di grandi dimensioni, fotografie, video e sculture sarà presentata anche un'opera prodotta dal dialogo tra l'artista e il territorio in un'ottica di reciproca conoscenza. Binta Diaw, che lavora con diversi linguaggi espressivi focalizza le sue opere sull'indagine filosofica dei fenomeni sociali che caratterizzano la nostra contemporaneità e nello specifico la migrazione, su questioni legate all'identità, all'appartenenza, al genere utilizzando il corpo e lo spazio.
    L'artista sollecita costantemente una riflessione a partire dal fatto di essere una donna nera in un mondo europeizzato attraversato da molteplici storie e caratterizzato da geografie che possono essere costantemente revisionate e reinterpretate in un'ottica consapevolmente critica.
   

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