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Fotografia, a Piacenza mostra dedicata alle pietre d'inciampo

Fotografia, a Piacenza mostra dedicata alle pietre d'inciampo

Dal 28 gennaio Emanuele Ferrari alla biblioteca Passerini-Landi

PIACENZA, 24 gennaio 2023, 10:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una mostra fotografica - 'Una pietra, uno sguardo, una storia' - dedicata alle pietre d'inciampo, di Emanuele Ferrari e a cura di Gabriele Dadati, sarà inaugurata sabato 28 gennaio (ore 17) alla biblioteca Passerini-Landi di Piacenza; per l'occasione il gruppo teatrale Quarta Parete leggerà alcune testimonianze di familiari delle vittime.
    Una pietra d'inciampo è un piccolo blocco di pietra ricoperto di ottone, posto davanti all'edificio in cui visse, o lavorò, uno dei milioni di deportati nei campi nazisti che non fecero più ritorno a casa. Essa ne ricorda il nome, l'anno di nascita, il giorno dell'arresto, il luogo della deportazione e la data della morte. La prima fu posata a Colonia, in Germania, nel 1995, su iniziativa dell'artista Gunter Demnig, una reazione a negazionismo e oblio, per ricordare tutte le vittime del nazifascismo, qualunque fosse il motivo della loro persecuzione: religione, "razza", idee politiche o orientamento sessuale. Da lì si è avviato un monumentale progetto europeo, che ha portato alla posa di oltre 80.000 pietre d'inciampo.
    Nel 2016 è nato il Comitato per le Pietre d'Inciampo-Milano.
    Per rafforzare una memoria comune delle persecuzioni nazifasciste si è prefissato di mantenere un fondamentale equilibrio, nella scelta delle persone a cui dedicare altre pietre, tra le vittime della deportazione politica e di quella razziale, le due tipologie avvenute nella città lombarda. Dal 2017 a settembre 2021, al termine degli scatti eseguiti per il progetto, ne erano state posate 121. Con la volontà di contribuire al ricordo di tutti i deportati, il piacentino Emanuele Ferrari ha deciso di fotografare dodici pietre d'inciampo, ritraendo inoltre i familiari, e ai dittici così costituiti ha accompagnato le storie delle vittime. In questo contesto, i ritratti vogliono rafforzare il significato e il valore della testimonianza costituita dalla pietra d'inciampo, provando, nel contempo, a restituire gli stati d'animo delle persone private dei propri cari.
   

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