Nell'ambito di una collaborazione
che coinvolge il Dipartimento di Chimica dell'Università di
Torino (Marco Vincenti), il Dipartimento di Farmacia
dell'Università di Genova (Paolo Oliveri), il Centro Antidoping
di Orbassano e il Ris dei Carabinieri di Roma, è stato
pubblicato sulla rivista scientifica Talanta uno studio
sull'identificazione di tracce biologiche invisibili sulla scena
di crimini violenti. La notizia è stata diffusa da UniGe.
"Da un punto di vista criminalistico - si legge nella nota -
lo studio fornisce importanti novità riguardo la datazione
accurata delle tracce biologiche trovate sulla scena del
delitto, insieme alla loro compatibilità con il tempo stimato di
perpetrazione del reato, permettendo di limitare il numero di
sospetti, valutare i loro alibi e chiarire la sequenza degli
eventi"
Lo studio completa una ricerca del 2020 in cui si utilizzava
una tecnica di imaging mediante radiazione infrarossa per
visualizzare, definire i contorni e identificare la natura delle
tracce biologiche invisibili (sangue, urina, liquido seminale)
su tessuti di varia natura per guidare il loro campionamento per
la successiva analisi del dna. Nella seconda e attuale
pubblicazione, i ricercatori hanno stimato il 'tempo di
invecchiamento', ovvero quanto tempo è trascorso dal momento in
cui tale traccia biologica è stata rilasciata sul tessuto.
Partendo dunque da tracce biologiche invisibili, grazie a questa
ricerca se ne definisce non solo la natura e la forma, ma anche
il tempo trascorso dalla sua produzione "con grandi vantaggi -
prosegue la nota - per l'indagine criminalistica". La difficoltà
del lavoro e il suo aspetto innovativo consistono nella
complessa elaborazione dei dati spettroscopici e topografici che
vengono raccolti, mediante tecniche di machine learning e
intelligenza artificiale.
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