Nel consiglio regionale della
Liguria è stato approvato all'unanimità la proposta del gruppo
del Partito Democratico, primo firmatario il consigliere Luca
Garibaldi, per chiedere la liberazione del ricercatore e
attivista ventisettenne Patrick George Zaky, arrestato
ingiustamente la notte fra il 6 e il 7 febbraio scorso in Egitto
e ancora oggi in carcere. Il documento, spiega Garibaldi in una
nota, "oltre a esprimere solidarietà, sostegno e vicinanza alla
famiglia e alle Università di Bologna e Granada dove Zaky
studia, sollecita l'amministrazione regionale a collaborare con
gli enti preposti affinché il Governo italiano chieda alle
istituzioni egiziane il rilascio immediato. Inoltre si impegna
la Giunta ligure da una parte a inviare l'ordine del giorno al
Presidente del Consiglio dei Ministri e dall'altra a chiedere al
Governo di impegnarsi a promuovere in tutte le sedi
istituzionali opportune - con particolare riferimento all'Unione
Europea - affinché si attivino per il rilascio di Zaky".
I reati che vengono imputati a Zaky, "si riferiscono a
legittime attività di denuncia, informazione, commento pubblico
o critica: tutti alibi per legittimare una procedura del tutto
illegale", afferma tra l'altro la nota del Pd segnalando che
potrebbe ora restare in carcere per molto tempo. "Rischia dai
cinque anni all'ergastolo, mentre la custodia cautelare potrebbe
essere rinviata in modo indefinito come già successo ad altri
attivisti prima di lui".
"Le accuse rivolte a Patrick Zaky - conclude il consigliere
regionale del Pd ligure - sono le stesse che colpiscono persone
che svolgono attività del tutto legittime secondo il diritto
internazionale e che in Egitto hanno raggiunto, in questi anni,
centinaia di attivisti, ricercatori, avvocati, esponenti di
organizzazioni per i diritti umani. L'attivismo di Zaky e la
lotta per i diritti delle minoranze oppresse andava dalla
comunità Lgbtq fino alle comunità cristiane cacciate dal nord
del Sinai, a causa dell'avanzata dello stato islamico".
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