Sono state reclutate in Nigeria e
dopo essere state sottoposte a riti voodoo e indotte ad
attraversare l'Africa, due giovani nigeriane sono arrivate in
Italia con la promessa di un lavoro normale e invece sono state
obbligate a prostituirsi sotto il giogo del rito e a restituire
il debito per il loro viaggio della speranza che si è
trasformato in un incubo. Per questo oggi il gup di Milano Guido
Salvini ha condannato in abbreviato per riduzione in schiavitù
con l'aggravante dello sfruttamento e del favoreggiamento della
prostituzione, una 44enne nigeriana a 8 anni mentre il marito e
la figlia, che rispondono solo di favoreggiamento e sfruttamento
della prostituzione, rispettivamente a 3 anni e a un anno e 8
mesi pena sospesa. Per la prima volta, in un processo di questo
genere, l'ipotesi dell'accusa è stata rafforzata da una perizia
antropologica 'apripista' disposta dal giudice in cui si afferma
che il rito voodoo, in sostanza, è in grado di creare uno stato
di "dipendenza mentale".
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