"Sarà
durata 15 secondi". "No, 10 secondi". "No, al massimo 7-8". Così
Michele, Gennaro, Daniele. Al bar del corso di Acquaviva ragazzi
e adulti commentano la scossa di 4.2 di oggi, ma per capire
quello che hanno detto bisogna chiedere loro di parlare in
Italiano, perché ad Acquaviva si parla croato.
Acquaviva assieme a Montemitro e San Felice è uno dei tre
paesi di lingua madre croata del Molise, unicum del centro
Italia, dovuto all'immigrazione dei profughi croati nel '500 a
causa dell'invasione dei Balcani da parte degli ottomani. E
Acquaviva, 400 abitanti, è il cuore della conservazione del
dialetto croato in Italia. Questi ragazzi molisani parlano un
dialetto che risale a quell'epoca e ti spiegano che "dopo il
movimento sussultorio c'è stato un boato. E ora siamo nelle mani
della natura, perché qui i terremoti non ci sono mai stati, la
prendiamo come viene, non sappiamo neanche se preoccuparci più
di tanto".
Alternando dialetto croato e italiano con marcato accento
molisano, i ragazzi di Acquaviva ci spiegano che "a parte le
case nuove, che sono antisismiche, qui nessuno ha mai fatto
lavori particolari, specie nel centro storico".
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