"Condivido l'impostazione di Draghi
su alcune tematiche, non condivido il fatto che sull'apertura
delle scuole un accordo fatto in Conferenza delle Regioni il
giorno prima sia stato di fatto modificato dal Consiglio dei
Ministri. Perché il Consiglio dei Ministri quando scrive 60 o
70% ha finito i suoi problemi scrivendo quel numerino, ma quel
numerino si ribalta sulla vita delle persone". Ad affermarlo,
intervistato da Massimo Giannini sull'online del quotidiano La
Stampa, è il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, a
proposito della riapertura delle scuole da lunedì.
Cirio ricorda che in Conferenza delle Regioni "alla presenza
dei ministri Gelmini, Lamorgese, Bianchi e Giovannini, abbiamo
concordato una linea, e abbiamo scritto 60% ma tendente al 100%
perché noi vogliamo rimandare tutti a scuola, ma in sicurezza. E
abbiamo anche detto mandiamo al 100% il primo e l'ultimo anno
delle superiori. Se questo viene cambiato è un problema -
sottolinea Cirio - e tutte le Regioni e le prefetture, che hanno
competenza sui trasporti, si sono trovate stamattina a doversi
riconvocare per cambiare questo numerino. Questo è un esempio di
come quello che si decide chiusi in un palazzo di Roma poi ha
effetti nella vita reale. Cambiare questo numerino - conclude -
è un cambio reale e sostanziale, oltre a essere un problema di
metodo, perché pacta sunt servanda".
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