BARI - "Ho bisogno di un progetto nuovo, di essere stimolato a livello creativo, e sto pensando seriamente di unirmi ad altri due colleghi che stimo molto, ma non posso dirvi ancora i nomi perché non me l'hanno ancora confermato". Così il cantautore Fabrizio Moro, a Bari per il Medimex, annuncia di voler replicar esperienze come quelle di Banana Republic o del terzetto Ligabue, Pelù e Jovanotti.
Incontrando i suoi fan nel capoluogo pugliese, Moro ha interpretato alcuni suoi successi, tra cui 'Pensa'. "Grazie a questo brano - ha detto - molti ragazzini hanno conosciuto le storie di Falcone e Borsellino, e questo testo finirà in tanti libri di storia. E pensare che non ho neppure il diploma". Poi, a proposito della possibile scarcerazione del boss Riina, Moro ha detto tra gli applausi della folla: "È giusto che muoia in carcere. Anzi, è giusto che possa morire dignitosamente in carcere".
Sui nomi dei possibili colleghi per il suo nuovo progetto, Moro non si è sbilanciato ma poco prima aveva detto di sentirsi, "con tutto il rispetto", lontano dalla cosiddetta scuola dei giovani romani: "Mi sento più vicino alla scuola bolognese - ha spiegato - a Dalla, al primo Vasco e a Curreri". Intanto, Moro non pensa solo alle canzoni, ma ha scritto anche due romanzi che non "riesce a chiudere", uno dei quali vorrebbe "diventasse anche un film". E tra gli altri progetti per il suo futuro, c'è anche quello di "scrivere una colonna sonora per un film". Infine, il cantautore romano confessa di non riuscire a "sottostare alle regole del mercato discografico" ma, "non mi vergogno a dirlo, accetto dei compromessi purché non mi snaturino, affinché un giorno potrò avere la forza di essere completamente indipendente". Un percorso, questo, iniziato con la scrittura di brani per altri artisti, che gli hanno permesso, ha concluso Moro, "di poter produrre i pezzi del periodo in cui ero davvero molto incazzato".
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