Dopo l'esplosione dello scorso
luglio, lo Stromboli "si è mantenuto in stato di apparente
instabilità, con esplosioni di ampiezza media o alta nei crateri
sommitali". Non si possono escludere in futuro altre esplosioni
di questo tipo, perché "lo Stromboli è un vulcano in attività
persistente e ciò determina la presenza di un rischio vulcanico
costante": lo spiega Eugenio Privitera, direttore
dell'Osservatorio etneo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (Ingv) in un video sul sito dell'istituto.
Dall'esplosione dello scorso 3 luglio, che è stata tra le più
forti registrate dal 1985, ossia da quando è attivo il sistema
di monitoraggio del vulcano, "abbiamo assistito anche ad alcune
piccole colate laviche per trabocco sulla parte medio-alta della
sciara del fuoco - prosegue - e a piccole frane, con il
rotolamento di blocchi incandescenti che finiscono in mare".
Esplosioni come queste, dette parossistiche, sono sporadiche e
"non sono prevedibili", né hanno "fenomeni precursori".
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