Nelle campagne tra Agrigento e
Porto Empedocle in contrada Caos, nome dal sapore quasi
profetico, si erge la casa natale di Luigi Pirandello. Il luogo
dove il grande drammaturgo e Premio Nobel per la letteratura
chiese espressamente di tornare, dopo la morte: "Sia l'urna
cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra
nella campagna di Girgenti dove nacqui". Dopo quasi un anno di
chiusura per gli interventi previsti, la Regione Siciliana ha
restituito al pubblico la Casa Museo Luigi Pirandello,
riqualificata e con un nuovo allestimento espositivo, come hanno
sottolineato con soddisfazione il presidente della Regione Nello
Musumeci e l'assessore regionale ai Beni Culturali e
all'Identità Siciliana Alberto Samonà.
Dopo i lavori di manutenzione, adeguamento e abbattimento
delle barriere architettoniche, la dimora natale di Pirandello
offre adesso anche un percorso immersivo e multimediale tra
testi originali, materiali audiovisivi d'archivio e musica
composta appositamente. La voce narrante di Leo Gullotta guida
una visita emozionale che si snoda tra le diverse postazioni,
con soluzioni tecnologiche innovative perfettamente integrate
nell'ambiente della dimora storica. Un'applicazione per
smartphone permette di fruire, sia all'interno del museo sia
fuori, di diversi contenuti di approfondimento fra testi, audio
e realtà aumentata. Infine, l'esperienza di visita è completata
con il "Virtual Tour" con immagini a 360°, fruibile sul web da
qualunque dispositivo.
Il nuovo allestimento è stato curato da Tim ed Ett e integra
con esperienze multimediali e immersive il ricco patrimonio
artistico e documentario della Casa Museo. Il percorso museale
si dipana in sei sale, ognuna dedicata a un tema differente,
come tappe di un viaggio. La Sala 1A (L'uomo e la famiglia)
introduce alla visita attraverso la pittura, passione della
famiglia Pirandello, la 1B (I paesaggi dell'anima e il Giano
bifronte) ai suoi luoghi del cuore e ai dualismi pirandelliani,
la 2 (Teatro e cinema) è dedicata alla produzione teatrale e
cinematografica dell'autore; la Sala 3 (Vita e morte) ospita il
vaso greco che conservò le ceneri dello scrittore e offre una
proiezione video attraverso cui è facile immedesimarsi negli
eventi principali della sua vita; nella 4 (Sala delle parole) il
visitatore entrerà "fisicamente" nel vocabolario pirandelliano;
nella 5 (Romanzi, novelle e poesie) una riproduzione dello
scrittoio dello scrittore invita il visitatore a sfogliare
digitalmente i suoi appunti; infine, la Sala 6 (Le maschere) è
dedicata a un tema caro all'opera pirandelliana.
Tutti i contenuti sono stati realizzati con la supervisione e
il coordinamento scientifico della professoressa Sarah Zappulla
Muscarà e dell'avvocato Enzo Zappulla, tra i maggiori esperti e
studiosi pirandelliani, sotto la supervisione della
Soprintendenza dei Beni culturali di Agrigento alla quale
saranno affidate sia la Casa Museo sia la Biblioteca
Pirandelliana, dopo il passaggio di consegne dal Parco
Archeologico. A Coopculture sono stati invece affidati i servizi
aggiuntivi come lo sbigliettamento, l'accoglienza con proprio
personale e la realizzazione di eventi culturali.
La villa dove ha sede la Casa Museo Luigi Pirandello
appartenne ai Ricci Gramitto, avi di parte materna dello
scrittore, sin dal 1817. In questa residenza, infatti, trovò
rifugio la famiglia Pirandello per sfuggire alla grave epidemia
di colera che nel 1867 imperversava in tutta la Sicilia.
Danneggiata nel 1944 dallo scoppio del vicino deposito di
munizioni delle truppe americane, venne dichiarata nel 1949
monumento nazionale. Tre anni dopo la Regione Siciliana
l'acquistò e diede inizio ai lavori di restauro e sistemazione
della Casa e della stradella di collegamento al pino marittimo,
l'albero sotto il quale il drammaturgo trovò ispirazione e
chiese di essere seppellito.
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