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Violenza donne: 'Io carabiniere in sedia a rotelle'

Violenza donne: 'Io carabiniere in sedia a rotelle'

Filomena Di Gennaro, l'ex le sparò: 'o mia o di nessun altro'

ROMA, 25 novembre 2017, 08:54

Redazione ANSA

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Filomena Di Gennaro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Filomena Di Gennaro - RIPRODUZIONE RISERVATA
Filomena Di Gennaro - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Dodici anni fa Filomena Di Gennaro si immaginava già maresciallo dei Carabinieri. Era riuscita ad entrare nella Scuola dell'Arma e il futuro sembrava costruirsi secondo le sue aspettative. Invece, la vita ha preso una direzione diversa: fa la psicologa, è mamma di due gemellini ed è sposata con l'uomo che l'ha salvata. È costretta a muoversi su una sedie a rotelle, perché il suo ex fidanzato, un 'bravo ragazzo', non voleva rassegnarsi alla scelta che aveva fatto, lontana da lui e dal paese, in Puglia, le ha sparato a bruciapelo due colpi di pistola: uno si è fermato a tre millimetri dalla aorta, un altro ha lesionato il midollo spinale dopo aver danneggiato un polmone. Parla della sua storia agli studenti della Sapienza, ad un incontro organizzato dalla Polizia di Stato, con tono asciutto, professionale. L'ha raccontata tante volte, come avvertimento per le altre donne. Si commuove però, e non è la sola, quando ammette: "Ho avuto io l'ergastolo perché ha dovuto rinunciare al mio sogno". Il giorno che la sua vita cambiò, era il 13 gennaio 2006. Stava uscendo dalla Scuola quando ricevette la telefonata del suo ex. L'ennesima volta a ragionare del perché non potevano stare più insieme. Aveva fatto 360 chilometri in macchina per vederla. Lei non avrebbe voluto, ma lui la convinse. In fondo gli voleva bene, non aveva niente da temere. Evidentemente all'esterno non era questa l'impressione, perché il suo comandante si insospettì. Le chiese dove abitasse: l'avrebbe tenuta d'occhio. Così Filomena accettò di vedere il suo ex, di salire in auto. La discussione si scaldò, lui voleva sposarla. La ragazza, allora uscì, aprì il portone di casa, ma non fece in tempo a richiuderlo. Lui le stava addosso, aveva una pistola. Le sparò un primo colpo, e lei a terra in una pozza di sangue chiedeva pietà. Ma lui sparò ancora: "O mia o di nessun altro". La voleva morta. Quindi un terzo colpo. Ma non era per lei. Quando si è svegliata dopo due giorni di coma, ha saputo che il suo comandante aveva atterrato l'aggressore prima che potesse finirla. Lo stalker, è stato poi condannato a 11 anni e 8 mesi. Solo uno l'ha passato in carcere. Lui pure ora si è rifatto una vita. E quando si avvicinano le feste e va a trovare i suoi parenti in Puglia Filomena spera di non incontrarlo per strada.
   

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