Sarebbe stato un commento, fatto
chiacchierando con l'amico, a scatenare l'aggressività di Khalid
De Greata, il 28enne nigeriano accusato dell'omicidio di
Maurizio Gugliotta, il 51enne di Settimo Torinese ucciso il 15
ottobre 2017 al mercato di libero scambio di Torino con una
coltellata alla gola. È quanto ricostruito, oggi in udienza, dal
magistrato Gianfranco Colace che per l'imputato, accusato di
omicidio aggravato da futili motivi e tentato omicidio nei
confronti di un amico della vittima, ha chiesto l'ergastolo.
A quanto emerso dalle perizie psichiatriche, De Greata è
seminfermo di mente e affetto da disturbo paranoide amplificato
dalle vicissitudini legate al suo vissuto di profugo. Secondo il
difensore di De Greata, l'avvocato Matteo La Sala, non c'è
l'aggravante dei futili motivi: è stata la patologia a portare
De Greata a commettere l'omicidio.
La sentenza è attesa nelle prossime ore.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA