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Venezia, cosa succede nelle cantine austriache

Venezia, cosa succede nelle cantine austriache

In The basement, fuori concorso il documentario di Seidl

29 agosto 2014, 19:51

Francesca Pierleoni

ANSACheck

Venezia: al Lido l 'infelix Austria si fa in due - RIPRODUZIONE RISERVATA

Venezia: al Lido l 'infelix Austria si fa in due - RIPRODUZIONE RISERVATA
Venezia: al Lido l 'infelix Austria si fa in due - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un poligono di tiro, tane attrezzate per le fantasie sessuali, compresa quella di una prostituta ex cassiera e di una sadomasochista che nella vita di tutti i giorni aiuta le donne vittime di violenza; nursery per bambolotti di neonati, la 'cuccia' per un enorme pitone, stanze zeppe di teste impagliate di animali della savana, o di memorabilia nazista, con tanto di grande quadro di Hitler dono di nozze degli amici. Sono solo alcune delle scoperte fatte nel viaggio ironico e inquietante negli scantinati degli austriaci compiuto da Ulrich Seidl nel docufilm Im keller (In the basement), presentato fuori concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Il cineasta, abituato a raccontare perversioni e desideri segreti, vincitore a Venezia di due Premi speciali della Giuria, nel 2001 per Canicola e nel 2012 per Paradise: faith, ha avuto l'idea per il documentario dopo aver notato "la passione degli austriaci per i propri scantinati. Per loro sono luoghi dove rilassarsi e coltivare le proprie passioni. Ma uno scantinato può essere anche un simbolo dell'inconscio, del sotterraneo, dell'abisso, del non rispetto. E' stato questo il punto di partenza per raccontare ossessioni che non appartengono solo agli austriaci, ma si possono trovare in ogni parte del mondo". Trovare le persone e convincerle a mostrare i propri scantinati non è stato facile: "Ho mandato i miei collaboratori a bussare porta a porta. Con i personaggi che sono nel film, ho costruito un rapporto di dialogo e di fiducia, per arrivare alla naturalezza con cui si raccontano". Seidl sottolinea che, pur avendo mostrato sempre situazioni reali, in qualche caso queste sono state solo lo spunto per una messa in scena: "Per esempio la cantina con le bambole di neonati non esiste. Quella signora ha un bambolotto come quello, ma lo tiene in casa", spiega. Nonostante il documentario sia venato di ironia, il regista non reputa le persone nel film "figure comiche. Sono grottesche e reali come tutti noi, solo che vivono le loro ossessioni in assoluta normalità". Seidl non sta ancora lavorando a un nuovo progetto, ma annuncia che "potrebbe essere un film storico, sulla guerra e sull'oppressione, ambientato nell'Austria dell'epoca napoleonica".

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