C'è la collana ispirata a Medea e
il laccio nato interpretando Irene Brin, oppure il girocollo
creato mentre vestiva i panni di Giovanna D'Arco, nella mostra
intitolata Ethereal Creature - Opere da Indossare, che mette in
scena in una galleria di Roma i gioielli creativi ispirati al
teatro della talentuosa Clara Galante, attrice, regista,
autrice, protagonista del teatro italiano, interprete di alcune
tra i personaggi femminili più iconici della storia del teatro.
Motivi di Unione è il nome del progetto dove i personaggi
portati in scena si fanno gioiello. Gioiello e personaggio in
cerca della giusta intonazione della voce, del fluido movimento
della mano, della decisione di un passo, della velocità delle
lacrime e della luce di uno sguardo: Medea, Etty Hillesum, Irene
Brin, Marina Cvetaeva, Giovanna d' Arco, Clitennestra ed altre.
Clara nelle pause delle prove, nelle attese dei camerini, a
volte intreccia fili di lana, a volte ribatte rame e fissa
antiche gemme, unisce gomme naturali e aggiunge oggetti della
vita dei personaggi che porta sulla scena. In questi pezzi
unici, l'artista restituisce alla vita preziosa di ognuna, nuove
forme di vita. Ogni gioiello è un pezzo unico accompagnato da un
testo poetico scritto a mano che aspetta di essere letto. Non
poteva essere diversamente per una che l'arte e la moda ce l'ha
nel dna, visto che è la cugina prediletta diel noto stilista
italia-francese Maurizio Galante. "Grandi maestri mi hanno
accompagnata in questo viaggio - spiega Clara - che somiglia
alla vita. Peter Brook, Luca Ronconi, Vittorio Gassman, Marco
Bellocchio. Da Mariangela Melato ho ereditato un flauto di Pan,
diceva che la mia voce era un flauto. Da Ronconi, il privilegio
di stargli accanto come attrice, assistente, amica e la donna
che lo faceva ridere. Da Peter Brook, ho avuto in dono un peplo
rosso con cui mi battezzó dicendo 'non è il lavoro che ti farà
grande, sei tu che farai grande il lavoro'. Di Valentina Cortese
restano l'amore, l'ironia, e l'eleganza del cuore e un paio di
plateau suoi, realizzati a mano, forse un regalo di Fellini".
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