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Barbara Hannigan, 'canto e dirigo fedele alla musica'

Barbara Hannigan, 'canto e dirigo fedele alla musica'

Il soprano canadese il 19 aprile sul podio di Santa Cecilia

ROMA, 17 aprile 2024, 19:01

di Luciano Fioramonti

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Il mio compito è essere fedele alla musica anima e corpo per trasmettere all'orchestra le informazioni di cui ha bisogno. Quando canto mi sembra di tornare bambina. Sul podio è diverso, devo essere un po' mamma e papà". Barbara Hannigan, soprano tra i più richiesti al mondo e ormai da più di dieci anni anche direttrice d'orchestra, racconta così come vive il suo doppio ruolo alla vigilia dei tre concerti che la vedranno dal 19 aprile protagonista a Santa Cecilia. Il programma delle serate alterna il suo amato Haydn con la Sinfonia n. 90 a Music for theatre di Aaron Copland, in prima esecuzione all'Accademia, l'operetta e la musica da balletto di Offenbach con Gaitè Parisienne e due canzoni di Kurt Weill, Youkali e Lost in the Stars.
"Canto e dirigo solo per alcuni programmi - ha spiegato in un incontro con il pubblico -. E la prima cosa che faccio è cantare guardando l'orchestra, lo faccio per loro. I colleghi amano questo mio atteggiamento e io cedo a ognuno di loro la responsabilità di dirigersi. È come fare musica da camera, ma con 70 o 80 elementi".
Pesa il confronto con il piglio e la gestualità di una direzione d'orchestra maschile? "Non penso al genere quando dirigo ma al confronto che si crea tra un musicista e l'altro.
Sul podio comunico da cuore a cuore, non ho mai considerato i musicisti al maschile o al femminile. Soltanto lo strumento è importante. Ogni musica ha una sua gestualità fisica diversa. È la musica a stabilire come utilizzare e adattare il corpo".
Ci sono stati momenti difficili? "Soltanto una volta, otto anni fa con una orchestra dura nei miei confronti. Già salendo sul podio c'era qualcosa non andava. Poi mi è stato spiegato che l'orchestra con le donne reagiva sempre così. Comunque, dirigere è solo gioia, questo è il lavoro più bello del mondo".
Perché le donne che dirigono sono ancora poche? "Da bambina non mi sono mai immaginata direttrice perché non avevo mai visto nessuna donna sul podio, al massimo dirigevano il coro. Quando avevo 20 anni ho cominciato a vederne, ho avuto insegnanti di strumento e canto ma l'idea non mi aveva mai sfiorata. Dopo i 30 anni sono stati proprio alcuni musicisti a suggerirmi questa strada, e questo mi ha colpito molto".
Per una donna è una sfida maggiore conquistare una leadership autorevole? "Le prove sono il momento decisivo. Con i musicisti tutto si stabilisce al primo incontro. Il direttore deve capire che cosa vogliono e misurare la loro temperatura. L'importante è essere tutti al servizio della musica in modo autentico.
Considero un talento la mia volontà di lavorare sodo".
Quanto il canto l'ha aiutata nella direzione? "Il trait d'union è la respirazione. Il respiro è il fulcro dello stato meditativo e questo mi ha permesso di approfondire le mie possibilità. Canto e direzione sono un arricchimento straordinario".
La fuoriclasse canadese ha debuttato a Santa Cecilia nel 2013 ed è ormai ospite abituale anche per esibizioni di grande successo in passato con Antonio Pappano al Festival dei Due Mondi di Spoleto e in programma anche quest' anno. "Tornare a Roma e incontrare l'orchestra è stato bellissimo. Ho ritrovato molti musicisti di allora".
Per il suo interesse verso la musica teatrale e il repertorio di autori contemporanei, Hannigan ha avuto il merito di riconciliare la musica moderna con il grande pubblico. La direttrice-soprano ha ricordato l'incontro di alcuni giorni fa a Zurigo con le sorelle pianiste Katia e Marielle Labèque per un mix di musica del XII e improvvisazioni elettroniche e il brano scritto per lei da John Zorn ("Sono fortunata a far parte della sua cerchia, lui lavora solo con il suo team"). "Non importa quando un brano è stato scritto, ma le emozioni che suscita in me pensando anche a chi ascolta. Il segreto è fiducia e relazione, che vale in tutti i campi, e poi c'è l'autenticità.
La reazione dipende dalla persona e da come funziona il cervello nel gestire l'ignoto. Haydn armonicamente è prevedibile ma c'è chi ama il rischio. Il compositore danese Hans Abrahamsen ha scritto per me il brano 'Let me tell you' che ho cantato per la prima volta nel 2013. Un giorno una persona mi ha riconosciuto e mi ha detto: Sei Barbara Hannigan? Ascolto quel brano ogni sera prima di addormentarmi". 
   

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