Basta poco a suggestionare gli
spettatori, venti, non di più: occorre ingegno e qualche bella
trovata come sistemare il piccolo pubblico in una scatola di
legno dove a stento ci si riesce a sedere su mini sgabelli,
attrezzata con gli oggetti di un vecchio veliero, imporre il
silenzio, far scorrere un po' d'acqua attraverso le fessure,
diffondere i rumori di una tempesta e, quando l'unico attore
dall'esterno apre una finestrina e recita "Chiamatemi Ismaele",
tutti si sentono marinai del Pequod. Manca poco che a qualcuno
non venga il mal di mare. E' lo spettacolo di Roberto Abbiati,
"Una tazza di mare in tempesta", di 15 minuti dove c'è un solo
attore, lui, un assistente, Johannes Schlosser, e le musiche di
Fabio Besana: il Teatro degli Incamminati. Lo spettacolo è
andato in replica un migliaio di volte in Italia e, con maggior
successo, in Francia, e - fino al 26 maggio - si svolge
all'Autorità portuale, uno degli appuntamenti che celebrano il
300/o del Porto Franco (e il 200/o della nascita di Melville).
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