1976, un anno di quelli in bilico,
tra la spinta della contestazione del '68, la speranza di un
cambiamento e la repressione, la disillusione che porterà molti
a scelte violente radicali. Emblema di quel periodo che usa come
metafora di lettura di quell'atmosfera il vitalismo e il senso
di sconfitta di Vladimir Majakovskij e dei suoi versi fu lo
spettacolo 'La rivolta degli oggetti', andato in scena al Beat
72, tempio della neoavanguardia romana, e ora riproposto nel
cartellone di RomaEuropa al Teatro India - fino al 3 novembre -
in modo abbastanza filologico e solo qualche lieve intervento a
segnare il tempo.
Dopo il successo della riproposta di 'Tango glaciale' di
Mario Martone (1982), ecco questa rivisitazione ancor più
emblematica del primo rivelatorio lavoro del gruppo 'La gaia
scienza', Giorgio Barberio Corsetti (oggi direttore del Teatro
di Roma), Marco Solari e Alessandra Vanzi, che operò per una
decina di anni con spettacoli che vanno da 'Cronache marziane' a
'Cuori strappati'.
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