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Insieme a Pulce, per vivere una fiaba

Insieme a Pulce, per vivere una fiaba

Arriva 'La bambina che somigliava alle cose scomparse' di Perroni

ROMA, 02 marzo 2019, 11:12

di Marzia Apice

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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SERGIO CLAUDIO PERRONI, LA BAMBINA CHE SOMIGLIAVA ALLE COSE SCOMPARSE (La nave di Teseo, pp.176, 13 euro. Disegni di Leila Marzocchi). "Come tutti gli animi romantici, Pulce adorava gli arcobaleni: ogni volta che ne vedeva uno sognava di farci l'altalena". Che bel regalo camminare al fianco della piccola Pulce, la prodigiosa protagonista de "La bambina che somigliava alle cose scomparse", favola dolceamara scritta con una fantasia al tempo stesso matura e giovane da Sergio Claudio Perroni per La nave di Teseo, in libreria dal 28 febbraio. Dopo il viaggio nei sentimenti di "Entro a volte nel tuo sonno", in questo prezioso, piccolo libro lo scrittore dà vita a un personaggio tenero e irresistibile, una bimba tutto pepe di 7 anni che ha ricevuto il dono di potersi trasformare in chiunque e in qualunque cosa. Una fiaba senza tempo e senza età, che accoglie dentro di sé lo sguardo di grandi e piccini, e in cui la storia di Pulce è un misto di magia e attitudine alla cura degli altri: il lettore non si pentirà di stare al fianco della bimba perché sarà uno spasso condividerne i pensieri e vivere con lei avventure indimenticabili.
    Tutto ha inizio quando Pulce decide di "prendersi una vacanza" dalla sua famiglia, per non sentire più le lamentele dei genitori e della nonna sui suoi comportamenti sbagliati e le sue presunte mancanze. Iniziando a girovagare, la piccola peste dagli "occhi color tatuaggio" incontra lungo il suo cammino tanti personaggi. C'è la ragazza che ha perso il suo aspetto dopo averlo troppo criticato, il medico che non essendo riuscito a curare la moglie non ha più fiducia in se stesso, il ragazzo che non riesce a dipingere l'arcobaleno perché non ricorda più il blu, il vecchietto che per l'ennesima volta ha smarrito le chiavi di casa. Tutti coloro in cui la bimba si imbatte hanno conosciuto la perdita e quindi il dolore: ma per ognuno Pulce compie il suo piccolo miracolo, e, trasformandosi in quello che non c'è più, offre consolazione e rimedio.
    Mentre la fiaba procede e la protagonista dispensa le sue cure, tra le righe per il lettore nasce un desiderio prepotente di afferrare ancora l'innocenza, di sentire il sapore dolce dei sogni ancora possibili, di accarezzare l'anima con la bellezza delle cose semplici. Quando il senso della perdita - di una persona, di un oggetto, di un sogno, di una speranza - si fa più forte ed è la nostalgia a farla da padrona, la Pulce di Perroni diventa un po' più saggia. Se è vero che tutti fanno i conti più volte nella vita con la sofferenza, la bimba, tra una domanda pungente e una riflessione assennata, tende la mano e offre il suo aiuto, semplicemente con il suo mettersi in sintonia con l'altro, per ascoltare e provare a comprendere. Il suo segreto è la fantasia, unita a un pizzico di testardaggine e a una sorta di buonsenso "adulto" scaturito da esperienze dirette o vissute e raccontate da figure a lei vicine.
    Con una penna lieve ma efficace, che crea immagini delicate e potenti, Perroni permea la pagina del ricordo tangibile del mondo dell'infanzia rendendolo vero. E ci dimostra quello che già sappiamo, ossia che sarebbe più semplice, ma anche più poetico e divertente, vivere in compagnia di quel bambino che eravamo, scrollargli la polvere di dosso e prenderlo per mano.
   
   

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