/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

'L'oro della patria', così funziona all'estero

'L'oro della patria', così funziona all'estero

Spesso è dello Stato, ma non si usa per finanziare il bilancio

ROMA, 12 febbraio 2019, 09:05

Redazione ANSA

ANSACheck

Veduta esterna della sede della Banca d 'Italia, Palazzo Koch, a Roma in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Veduta esterna della sede della Banca d 'Italia, Palazzo Koch, a Roma in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Veduta esterna della sede della Banca d 'Italia, Palazzo Koch, a Roma in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Rischia di rivelarsi una bolla di sapone l'ennesima querelle che pare dividere il popolo, di cui si fa alfiere il governo, dalla tecnocrazia così plasticamente rappresentata dai banchieri centrali: ieri sul divieto di finanziare il deficit creando moneta, oggi sulla proprietà delle riserve auree. La vera questione non è infatti tanto la proprietà delle riserve, che sia del Tesoro (come accade in gran parte dei Paesi) o della banca centrale, una rilevante eccezione italiana (ed europea). Quanto piuttosto che la proprietà giuridica delle riserve auree, anche quando appartiene allo Stato e, di riflesso al governo, non comporta la loro 'disponibilità' da parte del governo in un ordinamento democratico. Tanto meno - come nell'ipotesi che circola - come copertura 'una tantum' per una posta di bilancio che è invece strutturale, quale sarebbe la sterilizzazione degli aumenti dell'Iva derivanti dalle clausole di salvaguardia sottoscritte dal governo.

    Le oltre 2.400 tonnellate di riserve auree, del valore di 90,8 miliardi di euro, in Italia non sono dello Stato ma della Banca d'Italia e fanno - come chiarisce Via nazionale - "parte integrante delle riserve dell'Eurosistema". A dicembre il direttore generale di Bankitalia Salvatore Rossi chiarì che "sull'aspetto giuridico di chi sia la proprietà legale dell'oro si pronuncerà la Bce a cui abbiamo ceduto la sovranità quando è stato creato euro". E' un po' un'eccezione, quella italiana, perché dagli Usa alla Germania alla Gran Bretagna, l'oro appartiene allo Stato, non alla Fed, alla Bundesbank o alla Bank of England. E le banche centrali (non bankitalia) sono dello Stato.

    Ma Bankitalia fa parte della Bce, cui le banche centrali nazionali dell'Eurozona hanno conferito oltre 500 tonnellate d'oro. Ecco perché i vari tentativi di metter mano all' 'oro della patria' sono finora naufragati. Certo le riserve della Bce, in definitiva, sono delle banche centrali in proporzione alla quota di ciascuna nel capitale: e dunque, essendo le banche centrali degli Stati, in definitiva sono di questi ultimi (con Bankitalia che rappresenta un'eccezione). Per tutte le banche centrali delle economie avanzate, in ogni caso, un conto è la proprietà giuridica, altra cosa la disponibilità delle riserve auree, considerate un po' come i 'gioielli di famiglia', un capitale che fa da fondamenta per la credibilità e solidità finanziaria di uno Stato, e cui nessuno si sognerebbe di attingere per far quadrare il bilancio.

    Querelle fra Stato e banca centrale ve ne sono state. Ma hanno toccato aspetti come la localizzazione delle riserve, come nel caso della Bundesbank. Un'eccezione eclatante è stata la decisione di spedire all'estero fino a 30 tonnellate d'oro in cambio di euro in contanti. A prenderla, lo scorso gennaio, è stato un governo in disperata crisi di liquidità, il Venezuela di Nicolas Maduro. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza