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Parte Mifid 2, più chiarezza su costi e tutele per risparmio

Parte Mifid 2, più chiarezza su costi e tutele per risparmio

S&P, con nuove regole cambio epocale, 2 mld oneri per industria

MILANO, 03 gennaio 2018, 15:16

Redazione ANSA

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Un identikit più preciso del profilo di rischio del cliente, la cui capacità di sopportare perdite andrà attentamente verificata, un prospetto che sintetizza le caratteristiche chiave dei prodotti per renderli confrontabili.
    E soprattutto chiarezza sulle commissioni, che dovranno essere dettagliate analiticamente, così da evitare 'tosature' occulte.
    Si tratta di alcune delle moltissime novità introdotte dalla Mifid 2, la direttiva sulla prestazione dei servizi finanziari che entrerà in vigore dal 3 gennaio in 31 Paesi del Vecchio Continente. Tutte con l'obiettivo di rendere più efficiente e competitiva l'industria del risparmio e garantire una tutela più robusta ai risparmiatori, che spesso si considerano trattati come mucche da mungere dall'industria finanziaria.
    Per banche, asset manager, brokers la necessità di adeguarsi alle nuove regole - definite da S&P "un cambio regolamentare dirompente" - ha comportato costi stimati dal Financial Times in oltre due miliardi di dollari solo nel 2017 e un faticoso lavoro di compliance. Mentre il mondo della consulenza indipendente applaude alla rivoluzione: "in Italia - spiega Andrea Rocchetti di Moneyfarm - questa normativa è fortemente necessaria, perché l'industria produce strumenti che hanno un costo elevato ed è prigioniera dei conflitti di interesse".
    COMMISSIONI, PIU' TRASPARENZA. Per i risparmiatori una delle novità più significative riguarda i costi dei prodotti. Dovranno essere indicati in modo aggregato e nelle singole componenti (commissioni di ingresso e di uscita, di gestione, di collocamento) sia prima che durante l'investimento, almeno con cedenza annuale, sia in termini percentuali che assoluti.
    Diventerà così più facile confrontare i prodotti, capire quelli che sono più costosi e quelli più efficienti.
    CONSULENZA INDIPENDENTE O NO. Allo stesso modo chi offre prodotti finanziari dovrà dire se la consulenza è o non è indipendente, come spesso accade nel nostro Paese dove le reti bancarie collocano prodotti delle proprie sgr o si vedono retrocesse commissioni da chi crea e gestisce fondi e prodotti finanziari. Si tratta di un segnale importante per il risparmiatore che viene così reso consapevole del fatto che chi ha di fronte può avere un interesse nella vendita del prodotto.
    Nel caso della consulenza indipendente, invece, ad essere remunerata è solo l'attività di consulenza.
    L'IDENTIKIT DEL RISCHIO: QUANTO POSSO PERDERE? Per evitare che i risparmiatori si trovino in portafoglio prodotti inadeguati, la Mifid 2 prevede che gli stessi vengano disegnati per un target preciso di investitore in termini di esigenze, disposizione al rischio, competenze finanziarie. E i collocatori dovranno agire di conseguenza. Il consulente avrà il compito di capire quanto l'investitore conosca il prodotto, quali siano i suoi obiettivi ma anche quanto sia disposto a rischiare e quante perdite possa tollerare. Monitorando nel tempo l'adeguatezza dell'investimento.
    UN PROSPETTO SEMPLICE PER PRODOTTI COMPLESSI. Confrontare i prodotti sarà più facile attraverso il Kid, un prospetto di poche pagine che fornisce alcune informazioni chiave come il grado di rischiosità (da 1 a 7), il rendimento atteso in alcuni scenari di mercato, i costi di gestione e la loro incidenza sul rendimento. Mentre le Authority potranno sospendere la vendita dei prodotti ritenuti pericolosi

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