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Fonti Pd: 'Stiamo con Conte ma per ora i numeri non ci sono'

Governo

Fonti Pd: 'Stiamo con Conte ma per ora i numeri non ci sono'

Se si va al voto su Bonafede c'è il rischio che il governo vada sotto. Zingaretti: 'lavoriamo per un governo ampio e autorevole'

ROMA, 25 gennaio 2021, 10:22

Redazione ANSA

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Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti (sul monitor Giuseppe Conte) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti (sul monitor Giuseppe Conte) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti (sul monitor Giuseppe Conte) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Pd è in pressing in queste ore, a quanto si apprende da fonti parlamentari, per convincere il premier Giuseppe Conte che l'unica via per salvare il governo e cercare una maggioranza stabile è passare dalle sue dimissioni-lampo, passaggio ritenuto necessario per far emergere con chiarezza i 'volenterosi'. I dem hanno assicurato a Conte che il suo ruolo "è imprescindibile" e che il Pd è comunque al suo fianco. Ma l'hanno messo in guardia sui rischi di andare in Aula per la relazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e sul fatto che il governo ne uscirebbe sconfitto visto che ad ora i numeri non ci sono.

"Di fatto sfiduciare un ministro significa che lo stai bocciando in aula. In questo caso, oltre che ministro, Bonafede è capo delegazione del M5s, il che significa dichiarare guerra al M5s". L'ha detto Manlio Di Stefano, sottosegretaria agli Esteri, del M5s, rispondendo a una domanda sul voto alla relazione del ministro della Giustizia, a 'Un giorno da pecora' su Radio1.

"Una crisi di governo è sempre legittima ma bisogna rendersi contro del momento in cui si fa - ha proseguito - Renzi ha dimostrato di essere ampiamente inaffidabile e di non amare l'Italia. Noi con i suoi parlamentari parliamo e abbiamo lavorato bene, ma stiamo cercando di far capire loro che c'è strada di responsabilità da seguire". Quindi, no a Renzi e sì ai parlamentari renziani? "Assolutamente sì, mi sembra evidente. Mai più con Matteo Renzi, che non significa con i parlamentari di Iv, loro mi sembrano le prima vittime".

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, sottolinea che "il Pd non ha mai puntato e non vuole le elezioni: siamo stati chi s'è speso di più per non fare le elezioni, siamo stati responsabili e portato avanti la battaglia sui contenuti. E' stato Renzi che ha portato a questo rischio, con una crisi al buio. Bisogna uscire da questa situazione. Va evitato e per farlo il Pd si sta adoperando per garantire un governo autorevole e con una base parlamentare ampia, europeista. Risolvere problemi - prosegue - non vuol dire baci e abbracci ma impegnarsi con Conte visto che ha avuto la fiducia poco tempo fa, per un governo ampio ed europeista".

 "Ora Renzi - gli fa eco Goffredo Bettini -  dimostri effettivamente di avere il senso non dell'errore ma un po' del salto nel buio che lui ha procurato e incominci in Parlamento a dare qualche segnale, se ci sono delle aperture" nella relazione del ministro Alfonso Bonafede sulla giustizia. Lo dice Goffredo Bettini del Pd a Omnibus su La 7. "Se è un Renzi che ha rotto direi di no, se si mette nell'ottica di una responsabilità nazionale senza ricatti e senza prepotenze, si può guardare a una fase nuova", ha spiegato. In ogni caso, per Bettini, "per il ricorso eventuale al voto la responsabilità è di chi ha staccato la spina, noi faremo di tutto per evitarlo".

Ma Italia Viva tira dritto: "Ascolteremo, come abbiamo sempre fatto - dice la Teresa Bellanova sulla relazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede - ma temo che sarà difficile votare diversamente da un no, perché aspettiamo ancora il tavolo promesso da Bonafede sui temi della giustizia, che non è stato mai fatto. Ora - prosegue - vengono tante sollecitazioni a rispondere a temi posti da Italia viva, noi siamo pronti ad ascoltare.Ma di certo, se si afferma che in Italia nessuno va in carcere da innocente, c'è molto da riflettere".

E il ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, rincara: "Chi è il problema non può essere la soluzione. Non è una questione personale ma di affidabilità politica". 

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