La pandemia di coronavirus desta sgomento e perfino incredulità sul fatto che possa seminare tanta devastazione fra le genti del 21/mo secolo, "così sofisticate, computerizzate, dotate di tali quantità di armi, protette da antibiotici e vaccinate". Eppure - scrive oggi David Grossman, in una riflessione su Haaretz - quella piaga, una volta superata, potrebbe rappresentare un evento che definirà il nostro modo di vivere e che potrebbe cambiare in maniera radicale le nostre priorità.
Per quanto si può percepire fin d'ora, si avvicina "un dramma catastrofico di dimensioni bibliche. Ogni persona al mondo - prevede - vi parteciperà, nessuno sarà tenuto a parte". Ma quanti emergeranno da quella esperienza, prosegue, comprenderanno meglio quanto la loro vita sia breve e fragile.
Nella riflessione di Grossman, da sempre impegnato per una riconciliazione fra israeliani e palestinesi, traspare anche la speranza che dopo che l'umanità unita avrà sconfitto il virus, le espressioni di nazionalismo si affievoliranno e forse anche quel conflitto sarà superato.
Grossman immagina che quando la epidemia sarà passata, l'atmosfera si riempirà di un senso di convalescenza e che fra le persone ci sarà uno spirito nuovo di leggerezza e freschezza.
Ci sarà chi non tornerà alla vita precedente. Costoro discerneranno meglio fra la sostanza ed il superfluo.
"Comprenderanno che è il tempo - e non il denaro - la risorsa più preziosa per loro"
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