Piomba al Festival di Berlino La
terra dell'abbastanza, lungometraggio d'esordio di due
ventottenni registi romani, i fratelli gemelli Damiano e Fabio
D'Innocenzo, che ricorda tanto la poetica della periferia
romana, della coattagine cantata da Claudio Caligari da Amore
tossico fino a Non essere cattivo. Ma ci tengono a dire i
registi: "È più che altro un film sull'amicizia in un posto di
preannunciata sconfitta. Come si può sfuggire alla coattagine?
Semplice, a noi ci ha aiutato la cultura che avevamo in casa ".
Nel caso de La terra dell'abbastanza si tratta di un'iniziazione
involontaria alla delinquenza da parte di quelli che sarebbero
potuti diventare davvero dei bravi ragazzi. Ovvero Mirko, Andrea
Carpenzano (Tutto quello che vuoi, Il permesso), e Manolo
(Matteo Olivetti) due giovani amici della periferia di Roma che
vanno alla scuola alberghiera e sognano di fare i bartender ma
un incidente da tragedia si trasforma per loro in un colpo di
fortuna
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