Dopo un'estate nella quale "ho
chiesto due mesi di silenzio per decidere cosa fare" Massimo
Giletti con un nuovo contratto che lo lega a La7 per due anni, è
pronto a tornare con Non è l'arena, ma lascia la domenica per un
nuovo giorno il mercoledì, con il debutto fissato per il 29
settembre in prima serata su La7. "Cambiare giorno è una nuova
sfida e averne voglia alla mia età è un indice di quanto abbia
voglia di mettermi in gioco" spiega il giornalista, precisando
di non lasciare la domenica "per paura di Fazio (con Che tempo
che fa su Rai3, ndr). Io lo rispetto, è un grande professionista
ma se avessi avuto paura di lui avrei evitato la domenica
dall'inizio. Eravamo una scialuppa contro una portaerei e la
sfida era proprio quella, portare una tv eretica contro la
liturgia... un po' alla Fra Dolcino" aggiunge sorridendo. Il suo
obiettivo primario "è andare sempre alla ricerca delle verità".
Per introdurre una delle inchieste centrali della prima puntata
del programma, che unisce talk, inchiesta e storytelling,
Giletti tira fuori una scatolina rossa con dentro due mascherine
bianche ffp2 a rappresentare una delle forniture arrivate in
Italia:"questa certificazione - spiega mostrando dei documenti -
parla in modo molto chiaro, sono scarsamente protettive. Domani
dirò in che ospedale sono utilizzate. Perché nessuno parla più
dei 190 mln di mascherine sequestrate in tutta italia?". Il suo
saluto nell'ultima puntata della scorsa edizione del programma
era stato letto da alcuni come la volontà di allontanarsi dalla
tv: "Era un momento difficile - spiega -. Ho perso mio padre
durante quell'anno, ed essere sotto scorta non è una cosa
semplice. Per questo ho chiesto tempo prima di decidere". Le è
realmente arrivata una proposta per candidarsi come sindaco di
Roma? "Non è la prima volta che mi arrivano proposte del genere
- risponde sicuro - dimostra la fragilità dei partiti, cercano
volti al di fuori del sistema". Comunque un futuro in politica
"non lo escludo".
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