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Partita da società commercio veicoli indagine crediti fittizi

Partita da società commercio veicoli indagine crediti fittizi

Per guardia finanza era completamente sconosciuta al fisco

PERUGIA, 01 febbraio 2022, 12:06

Redazione ANSA

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E' partita da una società dell'hinterland perugino operante nel commercio di autoveicoli l'indagine della guardia di finanza di Perugia sul presunto giro di fittizi crediti di imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi introdotti dal Governo per mitigare gli effetti economici della pandemia (bonus facciate, recupero patrimonio edilizio e bonus locazioni).
    Secondo gli investigatori la società risultava avere acquistato e rivenduto crediti d'imposta "per rilevanti importi" "verosimilmente" riconducibili a condotte fraudolente e, comunque, non in linea con l'effettiva operatività aziendale, trattandosi di un soggetto risultato completamente sconosciuto al fisco e privo di capacità economico-finanziaria.
    Gli accertamenti condotti dal comando provinciale delle fiamme gialle - guidato dal colonello Antonella Casazza - sono ancora nella fase iniziale ma hanno già portato al sequestro preventivo di quote societarie, compendi aziendali nonché il blocco sul portale dell'Agenzia delle Entrate e corrispondente riduzione del plafond di crediti compensabili nei rispettivi cassetti fiscali, per un importo complessivo di 103 mila 67.709 euro.
    Indagate due persone fisiche e una società per la violazione dell'art. 8 del decreto legislativo numero 74 del 2000.
    Gli approfondimenti fatti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno portato a delineare quello che è considerato un "puntuale quadro indiziario" circa l'inesistenza dei crediti d'imposta ceduti, la mancata esecuzione, in tutto o in parte, dei lavori e che fossero fittizi i contratti di affitto sottostanti. Le comunicazioni di cessione dei crediti inserite nella piattaforma informatica - riferiscono gli inquirenti - sono state qualificate come "altri documenti per operazioni inesistenti" la cui emissione configura la presunta condotta illecita legata al decreto legislativo 74 del 2000.
   
   

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