(ANSA) - NAPOLI, 29 DIC - Un meccanismo molecolare che causa
le metastasi polmonari nel carcinoma mammario triplo negativo,
scoperto grazie a uno studio condotto dai ricercatori del
Ceinge-Biotecnologie Avanzate di Napoli, apre la strada alla
diagnosi precoce e a nuove possibili terapie mirate a ridurre il
processo metastatico del tumore al seno più aggressivo.
Il carcinoma mammario triplo negativo (Tnbc) rappresenta -
infatti - il 20% dei tumori al seno ed è anche il sottotipo più
aggressivo, a causa delle sue caratteristiche
clinico-patologiche, tra cui la giovane età all'esordio e la
maggiore propensione a sviluppare metastasi. Le pazienti con il
triplo negativo metastatico hanno prognosi peggiori rispetto a
quelli diagnosticati con altri sottotipi di cancro alla mammella
metastatico: oggi non ci sono bersagli molecolari riconosciuti
per la terapia.
Lo studio sviluppato nei laboratori del centro di ricerca di
Napoli Ceinge-Biotecnologie avanzate in collaborazione con il
Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche
(Università di Napoli Federico II) e l'Unità di Patologia
dell'Istituto Nazionale dei Tumori IRCS Fondazione Pascale ha
dimostrato che la proteina Prune-1 è iper-espressa in circa il
50% dei pazienti con carcinoma mammario triplo negativo ed è
correlata alla progressione del tumore, alle metastasi a
distanza (polmonari) ed anche alla presenza di macrofagi M2
(presenti nel microambiente tumorale del TNBC e correlati ad un
rischio più elevato di sviluppare metastasi).
I ricercatori hanno anche identificato nel modello murino una
piccola molecola non tossica, che è in grado di inibire la
conversione dei macrofagi verso il fenotipo M2 e di ridurre il
processo metastatico al polmone.
Un traguardo importante, raggiunto da un team guidato da Massimo
Zollo, genetista, professore dell'Università degli Studi di
Napoli Federico II e Principal Investigator del CEINGE, del
quale fanno parte, tra gli altri, due giovani ricercatrici della
Federico II e del CEINGE Veronica Ferrucci e Fatemeh Asadzadeh
(dottoranda SEMM).
La prima fase della ricerca ha riguardato lo studio di un
modello murino geneticamente modificato di TNBC metastatico,
caratterizzato dall'iper-espressione dei geni PRUNE1 e WNT1
nella ghiandola mammaria.
I ricercatori del Ceinge hanno valutato l'efficacia contro la
progressione del carcinoma mammario triplo negativo di una
piccola molecola, che ha la capacità di bloccare in vivo il
processo metastatico. Per questa molecola sono state già
eseguite le verifiche di tossicità nel modello murino. «Tale
molecola è in grado di inibire la conversione dei macrofagi
verso il fenotipo M2 e di ridurre il processo metastatico al
polmone - spiega Zollo -. Ora è allo studio lo sviluppo di una
seconda molecola più sensibile alla quale dovrà fare seguito la
sperimentazione nel topo e poi sull'essere umano. È stato
inoltre sviluppato un kit che è in grado di identificare
all'esordio quali TNBC hanno maggiore probabilità di sviluppare
metastasi con sede polmonare e/o in siti distanti. Questo kit
utilizza gli studi genomici qui presentati e può aiutare
l'oncologo nel determinare una terapia eventualmente più
aggressiva sin dall'esordio. Occorreranno circa 1-2 anni di
validazione, affinché sarà possibile dimostrare la sua efficacia
nella diagnosi clinica».
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica
internazionale iSCIENCE (gruppo CELL PRESS) ed è stata
finanziata dall'Unione Europea Progetto "PRIME-XS" e Tumic FP7,
dall'AIRC Associazione per la Ricerca Sul Cancro, PON SATIN e
dalla Fondazione Celeghin.
Lo studio è stato coordinato dal prof. Massimo Zollo (Università
di Napoli Federico II e CEINGE) in collaborazione con il prof.
Kris Gevaert (Responsabile del Centro di Proteomica di
Biotecnologie Mediche VIB-UGent, Belgio), la prof. Natascia
Marino (Associate Professor, Indiana University, Indianapolis,
USA) il prof. Maurizio Di Bonito (Unità di Patologia
dell'Istituto Nazionale dei Tumori IRCS Fondazione Pascale), il
prof. Giovanni Paolella (Università di Napoli Federico II e
CEINGE) ed il prof. Francesco D'Andrea (Dipartimento di Sanità
pubblica AOU Federico II). (ANSA).