Dopo anni di ricerche è stato recuperato negli Stati Uniti il disco originale 78 giri della canzone che il tenore cesenate Alessandro Bonci cantò a Villa Silvia per il poeta Giosuè Carducci. L'11 settembre 1904 alla presenza delle autorità e della nobiltà cesenate Bonci, al culmine della carriera, cantò per Carducci il brano de I Pergolesi 'Tre giorni son che Nina', accompagnato al pianoforte dalla contessa Silvia Baroni Semitecolo, proprietaria della villa.
Carducci, premio Nobel italiano per la letteratura, si commosse tanto da pregare Bonci di cantare ancora una volta il brano. L'evento, come ricorda Franco Severi, che di Villa Silvia ne è il curatore, ebbe grande risonanza nella città come documentato dal giornale "il Cittadino" di Trovanelli. Questo disco riveste una notevole importanza storica perché lega il passato al presente di Villa Silvia Carducci: l'incontro di tre importanti rappresentanti del mondo della cultura dell'epoca, Carducci, Bonci e la contessa Silvia. Carducci fu ospite della contessa per ben undici estati: erano gli anni nei quali Alessandro Bonci era all'apice della sua carriera, al Teatro la Scala di Milano venne riconosciuto come uno dei più grandi tenori del mondo, nelle Americhe era pagato addirittura il triplo di Caruso.
Bonci, uno dei più illustri cesenati, è ritornato attuale per merito del museo Musicalia, allestito nelle aristocratiche stanze della dimora settecentesca di Lizzano dove è custodito il più importante patrimonio bonciano esistente, raccolto negli anni in Italia e nel mondo. Innumerevoli dischi in gommalacca e in altre tipologie, cilindri in cera da lui registrati, vari documenti e un Vorsetzer, speciale strumento che tramite rulli di carta forata è in grado di suonare automaticamente un pianoforte. La Fondazione Severi e l'Amministrazione comunale stanno lavorando per trasferire questo patrimonio al Teatro Bonci.
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