Una stagione per "riabbracciare la
città, i romani, la comunità internazionale", che nasce dal
desiderio di raccontare il mondo che ci circonda, i suoi
simboli, gli enigmi, le correnti segrete che animano il nostro
quotidiano, attraverso lo sguardo degli artisti, scavalcando i
confini dell'apparenza". Così Giorgio Barberio Corsetti racconta
la seconda metà di Oltre il visibile, la stagione 2021-2022 del
Teatro di Roma che firma, in veste di consulente artistico,
insieme a Francesca Corona, per il Teatro India. Un cartellone
che nei primi sette mesi del 2022 conterà oltre 50 debutti con
un impegno produttivo su 21 spettacoli dalla riapertura fino a
luglio.
"Siamo ancora in una situazione di emergenza", riflette. Ma "il
teatro, in tutte le sue possibili declinazioni, è proprio il
luogo dove paura, incertezza, solitudine possono sciogliersi in
un'azione collettiva, politica e poetica insieme. Quello che
presentiamo non sarebbe chiaro se non fosse strettamente
collegato a ciò che abbiamo già presentato" da agosto ad oggi,
racconta, annodando fili di temi e titoli sui tre palcoscenici
(il Valle Franca Valeri è ancora destinato a mostre e
laboratori). Si va da produzioni e coproduzioni in casa, come
"La metamorfosi" che lui stesso ha tratto da Kafka all'atteso "M
Il figlio del secolo", trasposizione teatrale del romanzo di
Antonio Scurati con Massimo Popolizio, realizzata insieme al
Piccolo di Milano, o "Il filo di mezzogiorno" per la regia di
Mario Martone, dal romanzo autobiografico di Goliarda Sapienza,
interpretato da Donatella Finocchiaro e Roberto De Francesco e
realizzato insieme agli Stabili di Napoli, Torino e Catania. Tra
le ospitalità anche "La vita davanti a sé" di Romain Gary con
Silvio Orlando (al debutto il 27 dicembre) a "Piazza degli eroi"
di Thomas Bernhard con la regia di Roberto Andò, solo per
citarne alcuni.
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