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Sfida in Patagonia, 6/o il team sardo

Oltre 700 chilometri conclusi con un giorno di anticipo

Due belle soddisfazioni: percorso- spedizione di settecento chilometri chiuso in anticipo di un giorno. E sesto posto nella classifica generale. La squadra del sardo Telemaco Murgia, la Team Freemind ha ben figurato alla tredicesima edizione della Patagonian Expedition Race.  Non è stata proprio una passeggiata: la sfida ha confermato di essere una tra le più dure e impegnative al mondo. Al via atleti di 12 diverse nazioni per circa 400 km in mountain bike, 50 km in kayak e circa 300 km di trekking. La spedizione, ha attraversato prima i passi di montagna a nord della Regione con un lunghe ascese da Ruta Paine al Cordon Chacabuco e poi verso il Monte Prat per spostarsi poi a sud sino allo Stretto di Magellano attraversato dai team in kayak tra delfini e balene.

Tutto da soli, utilizzando solo mappa e bussola e dormendo il meno possibile. "Ho fatto gare in tutto il mondo ma questa è veramente unica - ha detto Murgia - è stata comunque una prova molto impegnativa. Siamo riusciti a dormire per 2-3 ore alternando delle notti in veglia totale. Per noi l'obiettivo principale era quello di concludere il tracciato ma ci siamo trovati a raggiungere anche una buona posizione in classifica. Una gara così lunga e impegnativa ha rappresentato per me più un esperienza di vita che una mera competizione. La gara ha tenuto fede alla sua fama e la Patagonia si è dimostrata una terra selvaggia e incontaminata estremamente affascinante".

Sport, ma anche altro. "Di questa esperienza - ha detto - mi porterò dentro la sensazione di rispetto costante per la natura la fragilità dell'uomo in questi contesti severi il rapporto umano con i compagni di squadra e degli scenari fantastici difficilmente replicabili in altre gare".
   

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