(ANSA) - ROMA, 31 GEN - "Non può esserci alcuna giustificazione che porti a coprire o insabbiare le responsabilità o a sottovalutare le ferite inflitte in maniera indelebile nelle persone abusate e non può sussistere un atteggiamento difensivo, volto a tutelare l'immagine della Chiesa da scandali che creano sconcerto": lo dice mons. Stefano Russo. Il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana conferma, in un intervento su Jesus, che è stata avviata una Commissione per la tutela dei minori, presieduta dal vescovo di Ravenna-Cervia mons. Lorenzo Ghizzoni, e sarà creato un Servizio nazionale per la tutela dei minori. La stessa Cei ha pubblicato oggi il Regolamento del nuovo servizio nazionale per contrastare gli abusi. Una struttura che dovrà dare indicazioni uniformi sul territorio e che avrà referenti anche in ogni diocesi. Un passo concreto fatto anche in vista del summit di fine febbraio voluto da Papa Francesco, che ha chiamato a confronto i presidenti di tutte le conferenze episcopali del mondo.
"Consigliare e supportare la Cei, i vescovi e i superiori maggiori nella promozione della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili", "studiare e proporre contenuti informativi e formativi, oltre che strumenti operativi, per consolidare nelle comunità ecclesiali una cultura della tutela dei minori, per rafforzare la sicurezza dei luoghi ecclesiali frequentati dai minori, sensibilizzare tutti gli operatori pastorali e prevenire ogni forma di abuso": sono alcuni dei compiti del servizio nazionale per la tutela dei minori istituito dalla Cei. Gli incarichi sono quinquennali e rinnovabili una sola volta. Nella struttura del servizio è previsto esplicitamente il coinvolgimento di "esperti" mentre, come era stato già indicato alla fine del Consiglio Permanente di qualche settimana fa, non c'è un riferimento esplicito alla presenza delle vittime all'interno delle strutture create per la tutela. Come invece ci sono nella Commissione istituita dal Vaticano.
Anche a livello di Chiesa territoriale si avverte "l'urgenza" di affrontare la questione. Se ne fa portavoce il presidente dei vescovi calabresi, mons. Vincenzo Bertolone: occorre che "la comunità ecclesiale si unisca nella preghiera, rifuggendo le strade che portano all'omertà". "Si tratta di un tema, infatti, che inquieta la Chiesa" ed è necessario ribadire "la vigilanza e l'attenzione con cui esso va curato nella sua fase preventiva ed educativa e nelle singole situazioni dolorose che dovessero emergere", sottolinea la conferenza dei vescovi calabresi.(ANSA).