(ANSA) - BARI, 12 DIC - L'entrata in vigore del nuovo Codice
della crisi di impresa sta per abbattersi sulla Puglia, regione
in cui il credito alle imprese cresce più che in Italia, con il
debito bancario pari a circa il 70% dei debiti finanziari e un
ricorso limitato a fonti di finanziamento alternative. Il
decreto legislativo 14/2019, che ha riformato in modo organico
la disciplina fallimentare enfatizzando il ruolo delle procedure
di allerta, entrerà in vigore ad agosto 2020, con "tanti
obiettivi importanti e condivisibili ma anche alcuni rischi di
'sovradosaggio' ". Lo ha evidenziato Pietro Sambati, direttore
della sede di Bari della Banca d'Italia, intervenendo al
convegno "Le misure di allerta e la crisi di impresa: le novità
del Dlgs 14/2019", organizzato dalla Camera di Commercio di Bari
- che ha diffuso una nota - in collaborazione con l'Ordine degli
Avvocati e dei Commercialisti di Bari.
Non sarà sempre agevole, infatti, conciliare l'emersione
anticipata dello stato di difficoltà dell'azienda (per poter
correre quanto prima ai ripari), con un nuovo possibile
atteggiamento delle banche nei confronti di quelle stesse
aziende che, in temporanea difficoltà, possano diventare dei
'falsi positivi' e quindi rischiare di essere espulse dal
mercato stesso. "L'impatto della normativa - spiega Sambati
nella stessa nota - è potenzialmente maggiore dove è più forte
il legame fra banche e imprese, anche per l'assenza di forme
alternative di finanziamento". E dunque in Puglia.
"Ogni periodo storico conosce la sua crisi. Il nuovo codice
- ha detto il presidente della Camera di Commercio di Bari,
Alessandro Ambrosi - non demonizza la crisi, bensì ne fa
un'occasione di cambiamento. E' la fase preventiva, e quindi il
tempestivo intervento risanatore, ad avere le luci della ribalta
nella nuova normativa e in questa 'sorveglianza' viene richiesto
un costante stato d'allerta, in cui ci siamo anche noi come
organi di controllo. Per le Camere di commercio è una nuova
sfida nella funzione di regolazione di mercato, l'ennesima, al
servizio delle imprese. Parola d'ordine salvare le aziende".
La crisi d'impresa viene dunque anticipata attivando una
efficace rete preventiva di registrazione del malessere
aziendale, verso una nuova cultura di impresa, una vera e
propria 'cultura del salvataggio', fondata sulla prevenzione
dell'insolvenza, sul recupero del valore aziendale in caso di
insolvenza conclamata, e, più in generale, su procedure snelle,
efficienti ed efficaci. Scalzando così la tendenza alla
liquidazione fallimentare, a lungo opzione prediletta dalla
legislazione nazionale ed europea per risolvere le crisi
aziendali, come è stato evidenziato negli interventi. Tra i
relatori, il giudice Nicola Magaletti del Tribunale di Bari;
Sandro Pettinato, vice segretario generale di Unioncamere;
Antonio Pinto, presidente della Camera Arbitrale e della
Mediazione della CCIAA di Bari; Valentino Lenoci, consigliere
Corte d'Appello di Bari; Ugo Patroni Griffi, professore
Università LUISS di Roma 'Guido Carli'; Sergio Della Rocca della
Commissione Rordorf e Stefano Bronzini, il rettore
dell'Università di Bari. (ANSA).