(ANSA) - ROMA, 21 OTT - Luci e ombre: il decreto legge sul sisma dell'Italia Centrale incassa la soddisfazione dei sindaci ma anche qualche mugugno di troppo da parte dei presidenti delle Regioni. Non a caso oggi tutti i rappresentanti dei territori devastati dal terremoto si sono presentati all'incontro con il Governo e con il Premier Luigi Conte portando sotto il braccio un numero considerevole di emendamenti. Che il dl non abbia incontrato il favore di alcuni lo si è capito dalle parole del governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio: "Avrei preferito, e l'ho ricordato oggi al tavolo con il governo, che il testo del decreto fosse scritto insieme ai protagonisti dei territori, e non fare invece, come avviene tradizionalmente, che prima si scrive un testo e poi lo si sottopone al parere dei diretti interessati". "Non c'è più tempo da perdere, ora mi aspetto che il governo dia seguito a questo confronto - ha aggiunto - e che dall'approvazione del decreto fino alla sua conversione in legge il tavolo di oggi accompagni il percorso parlamentare e ci si fidi finalmente delle proposte che arrivano in maniera trasversale dal territorio, che sono condivise da presidenti, sindaci e amministrazioni di tutti i colori politici". Più soft, ma neanche più di tanto, la linea di Luca Ceriscioli, governatore delle Marche: "Buono quello che è scritto ma è limitato rispetto a tutte le necessità. Dopo tre anni serve uno scatto più forte, speriamo che nella riconversione questo si veda". "Per me la parte più importante che mi aspettavo fosse presente sin dalla prima stesura - ha spiegato - riguarda il personale: oggi chi lavora all'Ufficio speciale per la ricostruzione o nei Comuni è un precario e se queste persone non hanno una prospettiva davanti, dopo che si sono formate e sanno come sbrigare le pratiche, si corre il rischio di buttare a mare competenze preziose". I sindaci da parte loro parlano del dl come di "un buon inizio", ma intanto hanno già approntato una lunga lista di emendamenti. Tra questi: una governance efficace in grado di coinvolgere le Regioni colpite dal sisma del 2016 insieme ai Comuni e all'Anci nella ricostruzione; norme specifiche per il personale sulla riclassificazione delle sedi dei segretari comunali per favorire la loro effettiva copertura nelle zone del sisma; e ancora semplificazione delle norme per favorire sia la ricostruzione pubblica che quella privata. Sul varo del decreto "da parte nostra c'è ottimismo - ha detto Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche, che oggi ha guidato la delegazione dell'Associazione a Palazzo Chigi - perché l'apertura di credito attribuita al presidente Conte dopo la visita nelle Marche subito dopo il suo insediamento si sta concretizzando in un provvedimento tanto atteso". La pensa in maniera diversa il sindaco di Amatrice Antonio Fontanella: "Il decreto legge che uscirà dal Cdm sarà probabilmente insufficiente a risolvere le tante problematiche, lo abbiamo fatto presente al presidente Conte che ha convenuto con noi l'opportunità di intervenire in maniera concreta in fase di conversione. Aspettiamo e vediamo cosa succede". Per il presidente di Anci Abruzzo, Gianguido D'Alberto, l'incontro "è stato importante", ma a suo dire "è comunque tardivo, visto che ci chiamano stasera per un decreto che dovrebbe passare stasera stessa" Tra le voci più critiche c'è quella di Paolo Trancassini, già sindaco di Leonessa (Rieti) e ora deputato di FdI: "Per voltare pagina e dare un vero impulso alla ricostruzione - suggerisce - sarebbe opportuno che chi se ne è occupato in modo fallimentare sino adesso smettesse di farlo".(ANSA).