(ANSA) - NORCIA (PERUGIA), 20 MAR - Preoccupazione, sconforto e tanto giardinaggio per ingannare il tempo che scorre lento dentro le casette dove vivono i terremotati di Norcia. Dai due villaggi Sae della zona industriale, raggiunti dall'ANSA, l'emergenza coronavirus si sovrappone al tema del sisma e a una ricostruzione che fa ancora tanta fatica a decollare. Tutti ritengono che il virus che sta spaventando l'Italia e il mondo "sia di gran lunga peggiore del terremoto". "Almeno con il sisma potevamo farci forza l'uno con l'altro, adesso viviamo isolati", racconta una giovane mamma che fa fatica a tenere i suoi due bimbi piccoli rinchiusi in pochi metri quadrati. Quattro signore, un po' in là con l'età chiacchierano restando ognuna nel proprio patio davanti al portone, mantenendo così una distanza di sicurezza "siderale". "Abbiamo paura, siamo anziane, noi ci facciamo portare anche la spesa", raccontano. E ricordano la "Spagnola", altro virus che negli anni che furono fece tante vittime pure in Italia. C'è chi nelle Soluzioni abitative di emergenza ci vive già da quasi tre anni e nel frattempo all'esterno dell'abitazione ha realizzato giardini e orti. "Per fortuna - dice una maestra in pensione - che abbiamo questo pezzo di verde, così possiamo trascorrere queste giornate prendendoci cura delle piante". Una passione per il giardinaggio e le piccole coltivazioni che prende anche i più giovani. Sulle vie che collegano le varie casette non c'è nessuno, qui tutti rispettano l'obbligo di restare dentro le proprie Sae: "Solo se rispettiamo le regole possiamo immaginare di uscire presto da questo dramma". Determinazione e orgoglio che si ritrovano anche sulle bandiere tricolori appese ai patio e sui figli disegnati dai bambini con su scritto "Andrà tutto bene". Una certezza che si incrina quando i pensieri sovrappongono le difficoltà vissute nel dopo terremoto e l'allarme Covid-19. "Questa è proprio una mazzata", dice sconsolata una delle tante nonne che abitano in questi villaggi. (ANSA).