E' scattata l'operazione salvataggio per l'abbazia di Sant'Eutizio di Preci. Sono iniziati infatti i lavori di messa in sicurezza della parete rocciosa che dal 30 ottobre 2016, giorno della scossa di magnitudo 6,5, minaccia, con un "pinnacolo" di circa 480 metri cubi di terra e roccia, quella che viene considerata la culla del monachesimo occidentale. A darne notizia, all'ANSA, è il sindaco Pietro Bellini.
"E' un'operazione complessa e soprattutto necessaria per avviare, successivamente, i lavori di recupero di uno dei complessi monastici più antichi d'Italia" ha detto. Risalente al quinto secolo, l'abbazia si trova nella Valle Castoriana, nei pressi di Piedivalle e i danni inferti dal sisma sono stati pesanti, anche se il rischio maggiore arriva, appunto, dall'instabilità della montagna che domina l'edificio. Di qui la necessità di un intervento che si annuncia difficile e che "si protrarrà circa 2 mesi", spiega il direttore dei lavori, Marco Balducci. "Adesso - aggiunge - stiamo procedendo alla pulizia della parete rocciosa e contestualmente stiamo montando una struttura provvisionale che permetterà agli operatori di calarsi dall'alto fino a raggiungere la parte rocciosa che minaccia l'abbazia. Il pinnacolo sarà rimosso con una tecnica espansiva, che consiste nell'iniettare un materiale che permette la disgregazione della parte eccedente senza creare vibrazioni o sollecitazioni pericolose". I detriti saranno indirizzati attraverso un percorso creato appositamente, così da non finire contro l'edificio e che permetterà di separare le pietre. Una parte di queste saranno riutilizzate per il futuro recupero della vecchia torre. "La sicurezza di chi si troverà in parete - conclude Balducci - sarà garantita anche da un monitoraggio radar che sarà collocato nel borgo di Acquaro, antistante l'abbazia e che sarà in grado di rilevare in tempo reale eventuali pericoli così da allertare chi lavorerà sulla parete rocciosa". (ANSA).