(ANSA) - ROMA, 24 GIU - La stragrande maggioranza di
lavoratori sarebbe favorevole alla possibilità di essere
valutati in merito alla capacità di raggiungere i propri
obiettivi lavorativi (l'82%, contro un 18% contrario). Eppure,
"il dato scende al 60%, nel caso in cui si chiedeva di
immaginare la propria retribuzione legata" all'ottenimento dei
risultati. E' quel che emerge dall'indagine sullo 'smart
working' realizzata dal Centro studi InContra, su impulso
dell'associazione datoriale Cifa, dal sindacato Confsal e dal
fondo interprofessionale FonARCom, su un campione
rappresentativo di occupati, circa il 21% attivi nel settore
pubblico, il 79% in quello privato. Nell'arco di meno di tre
mesi, si legge nello studio, "a dispetto dei circa 500.000
lavoratori 'agili' registrati prima della pandemia, si è passati
ad oltre 4 milioni di addetti che hanno sperimentato, seppur in
forma atipica" la modalità operativa 'da remoto'. Per il
presidente di Cifa e di FonARCom Andrea Cafà, la discesa al 60%
di coloro che unirebbero risultati e paga è la dimostrazione
della "crisi del modello aziendale esistente", ancora fondato
sul "conflitto tra datore di lavoro e personale". (ANSA).