Star Wars: Gli Ultimi Jedi, parla il regista: 'dirigerlo ti cambia la vita'. Ci ha pensato un po' Rian Johnson, regista 43enne originale, creativo e innamorato dei generi, prima di accettare di dirigere Star Wars - The Last Jedi, secondo attesissimo capitolo della nuova trilogia dedicata all'universo creato da George Lucas, che arriverà nelle sale il 13 dicembre con Disney. A interpretare 'classici' e nuovi baluardi di questa lotta fra bene e del male, fra gli altri, Mark Hamill, Carrie Fisher (morta a dicembre 2016, poco dopo la fine delle riprese), Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong'o, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie, e le new entry Kelly Marie Tran, Laura Dern e Benicio Del Toro.
Un cast riunito qualche giorno fa per l'anteprima a Los Angeles, che è stata dedicata da Johnson a Carrie Fisher. Quando Kathleen Kennedy, la presidente di LucasFilm, ha proposto al cineasta il film ''sono rimasto a bocca aperta - spiega in un'intervista Johnson, che si era messo in luce per un approccio brillante e profondo ai temi sci-fi con Looper -. Era una decisione importante. Da una parte sentivo che era l'offerta dei sogni. Dall'altra era uno di quegli impegni che ti cambia la vita. Volevo essere certo che fosse una bella esperienza e lo è stata realmente''. Una lavorazione a ritmi serratissimi in 100 giorni su 114 set fra i Pinewood Studios di Londra e le location, come L'isola di Skellig Michael, in Irlanda (ambientazione per la tana/rifugio di Luke Skywalker); Dubrovnik, in Croazia per rappresentare Canto Bight, ''una sorta di Monte Carlo dell'Universo di Star Wars'', e le saline delle Bolivia per il pianeta minerario Crait. L'unico modo per affrontare la sfida ''era buttarmi e iniziare a lavorare - spiega -. Ho cominciato a scrivere mentre si girava Il risveglio della Forza; potevo vedere le riprese giornaliere e ho iniziato dalla casella 1, conoscendo i personaggi, chiedendomi cosa volessero''. Così ''ho cominciato a delineare una storia. E' stato un po' come mangiare un elefante.
Lo fai un morso alla volta''. Johnson non ha sentito la pressione di fare il film ''abbastanza grandioso e cool, ma più di sviluppare nel modo giusto i personaggi'', perché ''essendo il capitolo di mezzo di una trilogia, questo è il punto dove si rallenta un po' e si scava in ognuno un po' di più. Il resto è stato come giocare con un set di giocattoli''. Per il regista la nuova eroina Rey (Ridley) e il 'cattivo' Kylo Ren (Driver) che abbiamo conosciuto in Il risveglio della forza sono come ''due metà dello stesso protagonista. Rey è la luce e Kylo è il buio''. Il figlio degenere di Han Solo e Leia Organa (almeno a quanto abbiamo visto nel precedente film) comunque, era il personaggio che Johnson era più entusiasta di sviluppare, perché mentre Darth Vader ''pur essendo un grande 'cattivo' non permetteva di identificarti con lui'' Kylo rappresenta ''la rabbia dell'adolescenza, quella voglia di rifiutare i genitori, di voler essere libero in cui tutti possiamo in qualche modo riconoscerci. Speriamo tanto quanto in Rey, che piena di speranza, guarda alle stelle dal suo pianeta''.
Centrali in questo nuovo capitolo anche il rapporto fra Rey e Luke Skywalker (''Vediamo cosa succede quando lei, in cerca di risposte, arriva e manda all'aria l'equilibrio che si è costruito'') e quello fra il generale Leia (Fisher) e l'eroico pilota e leader Poe (Isaac): ''Sono allo stesso tempo molto simili e molto diversi. Anche fra loro, come fra Luke e Rey, c'è un confronto''. Mentre l'ex stromtrooper Finn (Boyega) ''stavolta viene spinto a dover comprendere in cosa crede e per cosa combatte in fin dei conti''.