"La gente ha paura, speranze sogni e aspirazioni e quello che l'Europa può provvedere a dare loro è lavoro, prospettive, stabilità e sicurezza e sono convinta che l'Europa possa dare questo. In ogni Paese il lavoro deve dare di che vivere e per questo combatterò per avere il salario minimo in ogni Paese". Lo ha promesso la candidata designata dai Ventotto al posto di presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Di Maio - intnato - annuncia l'accordo nella maggioranza sul salario minimo. "Una legge di civiltà , spero non ci siano divisioni anche tra maggioranza e opposizioni. Non è più accettabile che in Italia
ci siano cittadini pagati due o tre euro l'ora", aggiunge. Ma è dalla Lega che arriva il primo distinguo. "Sono contento - dice il ministro del Lavoro - che in queste ore si sia raggiunto un accordo di maggioranza" sul salario minimo orario. Si tratta per Di Maio di "una legge di civiltà " per cui auspica "non ci siano divisioni tra maggioranza e opposizioni". E aggiunge: "non è più accettabile che in Italia ci siano cittadini pagati due o tre euro l'ora". "Il Parlamento è a lavoro per approvare il salario minimo, il tema dei 'working poor' appare quanto mai attuale ed è necessario affrontarlo, visto che lo studio dell'Inps oggi certifica che il 29% dei contratti di lavoro attualmente attivi si colloca al di sotto dei 9 euro lordi", spiega Di Maio, secondo cui l'intervento sul salario minimo legale "allinea l'Italia agli altri Paesi europei".
Poi Di Maio in un video su Fb ricorda che "qualche giorno fa è stata fatta una riunione con la Lega che si era chiusa con un accordo. Oggi sento che la Lega dice che l'accordo non c'è...". E continua "la Lega dice che l'accordo non c'è? Per me bisogna andare avanti come un treno e se qualcuno che gode a vedere questi ragazzi sfruttati non vuole lo dica. Se l'obiettivo è aiutare queste persone passiamo ai fatti, io mi sono stancato di aspettare", conclude il vicepremierÂ
"Stiamo lavorando e abbiamo buttato giù alcune idee" ma "l'accordo" sul salario minimo c'è "se sarà a costo zero per le imprese". Così il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, intercettato alla Camera dall'ANSA. Le basi per l'intesa, sottolinea, "ci sono" ma "l'Italia ha già il più alto costo del lavoro e non possiamo gravare ancora soprattutto sulle piccole e medie imprese".
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