L'ira dei Baby Boomer contro figli e nipoti Millenial. Ai tempi del coronavirus l'età diventa un discrimine e manda in crisi il paradigma dei '60 anni sono i nuovi 40'. Noti per essere la generazione del benessere, della ricchezza e dell'attività sportiva, i Baby Boomer - ovvero i nati tra il 1946 e il 1964 - hanno da tempo sposato la causa di una gioventù prolungata: negli Stati Uniti, oltre ad essere la categoria più numerosa, sono anche quella più rappresentata in maratone, triathlon e ultramaratone. Finora guardati con invidia dai giovani, nelle ultime settimane si sono però ritrovati a fare i conti con una realtà diversa: i 60 anni sembrano diventati i nuovi 80. Con il coronavirus che colpisce di più gli anziani, sono oggetto di ripetute telefonate o messaggini da figli e nipoti che li invitano a rimanere a casa perché alla loro età uscire e avere contatti può essere pericoloso.
A mandarli su tutte le furie non sono solo le raccomandazioni sul confinamento domestico ma anche le prese in giro e l'ironia dei Millenial sull'assalto dei loro 'vecchi' ai supermercati, soprattutto a caccia dell'introvabile carta igienica. E questo perché i 'giovani' si sentono meno esposti ai rischi del virus anche se poi, lamentano i Baby Boomer, non hanno alcun piano in caso di contagio o stop completo delle attività. Quasi una guerra generazionale.