La Fed abbandona l'approccio "paziente" e apre la porta a un possibile taglio dei tassi di interesse. A fronte dell'aumento delle incertezze, la banca centrale americana si dice pronta ad "agire in modo appropriato" a sostegno dell'espansione economica. Per ora comunque i tassi restano fermi in una forchetta fra il 2,25% e il 2,50%. Un eventuale taglio è rimandato a luglio e dopo l'estate, una volta che si avrà un quadro più chiaro sullo stato dell'economia americana e mondiale e soprattutto sulla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina.
Wall Street plaude alla Fed colomba e dopo una seduta cauta gira decisa in territorio positivo, rassicurata dal fatto che la Fed è pronta se necessario a salvare ancora una volta l'economia con il primo taglio dei tassi di interesse dal 2007-2008. Il Dow Jones chiude in rialzo dello 0,15%. Il Nasdaq sale dello 0,42% mentre lo S&P 500 guadagna lo 0,30%. Il dollaro si indebolisce nei confronti dell'euro, che sale a 1,1227. In calo i rendimenti dei Treasury a 10 anni, che perdono 3 punti base al 2,03%. La decisione di lasciare i tassi fermi però è una sfida a Donald Trump, che da mesi chiede un taglio del costo del denaro e critica la banca centrale e il suo presidente Jerome Powell. "La legge è chiara. Il mio mandato è di quattro anni e intendo servire tutto" risponde secco Powell a chi gli chiedeva un commento sulle ultime indiscrezioni, secondo le quali Trump avrebbe chiesto ai suoi legali di esplorare le implicazioni legale di una rimozione e di un declassamento di Powell. Rumors che lo stesso Trump non ha smentito.