TRENTO - La pubblicità dei farmaci da banco, quelli da automedicazione, sembra incidere in modo pesante sui consumi di questi prodotti in Italia. Sono tra i più venduti. Ammesso poi che davvero siano da prendere così spesso quanto si crede, al minimo colpo di tosse o al primo accenno di mal di testa o dolore di schiena, a casa si fanno scorte di prodotti con nomi diversi, ma che servono allo stesso scopo. Perché non si conosce il loro contenuto, cioè il nome del principio attivo.
Per non parlare della questione spesa sui farmaci non da banco: vengono praticamente snobbati i cosiddetti generici, ovvero quelli a brevetto scaduto, che quindi possono costare meno. E' il quadro tracciato da Altroconsumo a Trento, in un evento collaterale al Festival dell'economia, sul tema 'Il mercato del farmaco e i bisogni indotti', nell'ambito del progetto 'Check-up diritti', finanziato dal ministero dello Sviluppo economico e realizzato da Altroconsumo con Acu, La Casa del Consumatore, Codici e Lega Consumatori.
Altroconsumo , come sottolineato dal vicepresidente, Marino Melissano, punta a "informare sui diritti, in modo che il cittadino possa farli valere" e, oltre agli incontri sul territorio, "mette a disposizione il portale Internet. Usatelo - esorta Melissano - ogni volta che avete dubbi, su ogni argomento". E a proposito di farmaci sottolinea quanto ad esempio possa incidere il cosiddetto consumo equivalente, cioè "per 300.000 euro l'anno come contributo al risparmio della spesa". Una cifra che potrebbe crescere se i consumatori aumentassero l'acquisto dei generici. "Solo il 9% la media italiana", secondo i dati forniti i base al rapporto nazionale sull'uso dei farmaci da Roccardo Roni, direttore del servizio farmaceutico dell'Azienda sanitaria provinciale del Trentino. Ma "faticano ad affermarsi" ha spiegato Livio Garattini, capo laboratorio Cesav-Istituto Mario Negri, per "fattori economici, ma anche culturali. Eppure sono gli unici che potrebbero rendere più efficiente il sistema. Ma restano in molti, nonostante le garanzie di equivalenza dal punto di vista terapeutico, a metterli in dubbio per interessi 'di bottega'".
Quanto ai farmaci da banco "un consumo consapevole - ha affermato Moira Stefini, area salute Altrocomsumo - non c'è. Gli effetti della pubblicità si sentono nel fatto che la gente consuma soprattutto i farmaci di marca, quelli che tutti conoscono. Ma li conoscono per la marca e non per il nome vero, che è quello del principio moltissimi equivalenti, che hanno lo stesso principio attivo e lo stesso dosaggio, ma questi non compaiono nelle classifiche dei farmaci più venduti. La pubblicità ha un effetto sul consumo, non sul consumo consapevole, ma sul bisogno indotto".
Un argomento portato a Trento da Altroconsumo con la rappresentante provinciale, Alice Rovati, insieme al Comune di Trento, con l'assessore all'ambiente, Michelangelo Marchesi, che ha sottolineato anche l'importanza dell'attenzione a dove buttare i prodotti scaduti: "Negli appostiti contenitori in farmacia" ha ricordato.
In collaborazione con: